La Scala, Magri e il nuovo Savini al battesimo della Prima

Anche le tradizioni a volte tornano: chiuso per rifondazione da capo a piedi, il Savini mancò all’appello lo scorso dicembre in occasione della prima della Scala. Troppi lavori e troppo lunghi; altro che 7 dicembre, il Savini riaprì in Galleria Vittorio Emanuele solo il 21 gennaio, al primo piano e non più al piano terra (dove ora c’è un bar-pasticceria-bistrot) e con un’entrata diversa, laterale e migliorabilissima nel decoro se solo il Comune prendesse a cuore l’area attorno a via Ugo Foscolo.
Nel locale, guida ogni rito goloso Cristian Magri, executive chef al suo primo dopo Scala a Sant’Ambrogio. Per l’occasione ha studiato un menu ricco di suggestioni, bagnato con champagne, due: Special Cuvée Bollinger e Rosé Majeur Ayala. Si inizia con Astice blu della Bretagna su insalatina di cardi al tartufo bianco e si arriva al Panettone Savini con zabaione passando per i Cannoli di farina di castagne con ricotta, porcini e castagne, l’Entrecôte di vitella di montagna con prosciutto e carciofi e un primo dessert come l’Oro Savini (cachi, riso e ancora castagne). Il tutto a 200 euro bevande incluse, per informazioni 02.72003433, prenotazioni@savinimilano.it.


Gran di eventi a parte, la carta del Savini si articola in una trentina di proposte e due menù degustazione, uno più classico a 95 euro con Risotto al salto e Ossobuco alla milanese e una Cassoeula con sedano e mela verde molto più leggera di quella tradizionale. Poi c’è il percorso creativo, nove proposte a 125 con delizie come il Croccante di maiale con ostriche e more, i Ravioli di seppia 100% e il Mezzo Germano reale.

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