La Scala nel mirino: centri sociali e Cgil preparano l’«acuto»

Prima della Scala a rischio proteste. In questi giorni di mobilitazione - ancora ieri gli studenti di Brera hanno bloccato il traffico in piazza Scala, mentre altri hanno assediato il provveditorato di via Ripamonti e la Statale - il timore è che movimenti decidano di cavalcare la protesta del mondo dello spettacolo e degli immigrati di via Imbonati. La paura è che la Die Walküre attiri la furia dei centri sociali. L’occasione del 7 dicembre è, da sempre, piuttosto ghiotta per i contestatori di professione: il palcoscenico mediatico e la passerella vip offrono la ribalta alle proteste, di qualsiasi genere. La prima offre «un momento di visibilità che non abbiamo avuto in questi mesi - dicono dalla Cgil - un’occasione in cui le realtà teatrali milanesi e non solo potranno far sentire la loro voce «come se tutta la cultura del paese decidesse di salire sui tetti delle aziende». Non la pensano così però i colleghi delle altri sindacati, Uil e Cisl, critici con l’iniziativa in solitaria della Cgil. «Protestare in questa fase non dà alcun risultato - commenta il rappresentante della Cisl Silvio Belleni - per noi non ha senso. E poi si tratta di un’iniziativa decisa autonomamente dalla Cgil, che non ci ha coinvolto. Contro i tagli alla cultura organizzeremo un momento di comunicazione dopo il 7 perché non è questo il momento di protestare e non in questi termini». Nemmeno la Uil sarà in piazza.

L’attenzione delle forze dell’ordine sarà quindi massima, anche se l’obiettivo è quello di non creare allarmismi e far salire la tensione. Alle delicate questioni di ordine pubblico legate all’evento e alla presenza del presidente della Repubblica e di 3 ministri, infatti, si aggiunge l’altrettanta delicata questione degli abusivi degli Oh Bej!

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