Oggi gli orchestrali della Scala non andranno al Teatro Regio di Parma. Per far sentire la loro voce, lasceranno gli strumenti a casa, nel silenzio delle loro custodie. E così al posto delle note del Requiem di Verdi ora suonano solo polemiche. «Chiediamo di riaprire il tavolo delle trattative», spiegano i rappresentanti sindacali della Scala. Ritengono «pretestuoso» il comportamento di Lissner, perché «le regole - precisa Giancarlo Albori di Cgil - non si cambiano in corso dopera».
Ecco una breve ricostruzione dei fatti. I lavoratori scaligeri aspettano lintegrativo dal 2003 quando, a causa dei problemi legati al trasloco agli Arcimboldi e alla ristrutturazione del Piermarini, era stato rinviato al 2005. Poi un ulteriore moratoria di due anni, firmata dallex sindaco Gabriele Albertini e dallallora sovrintendente Carlo Fontana. Circa quattro mesi fa la riapertura delle trattative tra lavoratori e azienda, poi, dimprovviso, la chiusura del tavolo. Perché? «Ci è stato detto che non si può fare un contratto integrativo senza un contratto nazionale. Ma questo - lamenta il sindacalista della Cgil - lo sapevamo anche prima e si era detto che la piattaforma era praticabile». Muro contro muro. Lissner resta rigido, convinto che si tratti di uno sciopero sbagliato e che non si possa sedere allo stesso tavolo con chi utilizza larma della minaccia. Sullo sfondo, lo spauracchio dello sciopero del 7 dicembre. «È scandaloso - tuona lassessore Tiziana Maiolo - la prima è un evento simbolico e si deve fare se abbiamo a cuore Milano e la candidatura per lExpo». Ma i sindacati precisano: «Lo sciopero della prima non è mai stato proclamato, noi siamo i primi a non volerlo. Però...». Se il tavolo delle trattative non venisse riaperto, nemmeno loro sanno dove andranno a parare. «Le cose si affrontano volta per volta - spiegano - se la situazione non si sblocca deciderà lAssemblea del teatro, con una procedura di democrazia sindacale».
In questo clima di incertezza, resta una sola certezza: i lavoratori della Scala sono compatti nella protesta. «Sgarbi si è detto pronto a chiamare unaltra orchestra per la prima senza calcolare che lo sciopero non riguarda solo gli orchestrali, ma tutti i lavoratori: dalle maschere, agli impiegati, fino ai tecnici del suono». «Se fossimo una casta come ci hanno dipinto - lamenta Silvio Belleni della Cisl - non ci sarebbe motivo di lamentarsi». E invece le persone non lavorano bene e alcuni decidono di andarsene.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.