Pace fatta e fine degli scioperi alla Scala. Gli orchestrali ribelli hanno accettato le offerte arrivate dal teatro, nell’ultimo tentativo di mediazione lanciato dal sovrintendente, Stéphane Lissner. Anche il corpo di ballo ha ritirato lo stato d’agitazione e così il teatro si avvia in una ritrovata tranquillità verso la prima del 7 dicembre. Resta l’ultimo passaggio formale, ovvero il voto dell’assemblea degli iscritti alla Fials, che si riunirà oggi.
Il Fials annuncia anche una lettera a Letizia Moratti, sindaco e presidente della Fondazione Scala, perché nel prossimo cda si impegni a tenere conto delle situazioni insolute. Ma la vertenza è arrivata alla fine. Don Carlo avrà la sua anteprima riservata ai giovani il 4 dicembre e poi la prima di Sant’Ambrogio, con gli ospiti internazionali a partire dal presidente russo, Dmitri Medvedev.
Sandro Malatesta, segretario del Fials, è moderatamente soddisfatto: «Non stappiamo champagne ma siamo contenti perché il teatro ha recuperato l’unità». Molto maggiore l’entusiasmo tra i confederali. Spiega Domenico Dentoni, della Uil: «Il Fials ha dimostrato grande senso di responsabilità. Tutto è bene ciò che finisce bene. L’unica cosa che ci dispiace è che un accordo si poteva trovare due mesi fa, evitando così scioperi e danni economici ai lavoratori. Già dal 23 ottobre avevamo comunicato la nostra disponibilità, come sindacati confederali, ad accettare le modifiche alla parte normativa». Un asciutto comunicato del teatro sottolinea il raggiungimento dell’intesa, l’adesione di tutti i lavoratori all’integrativo del luglio 2008 e la revoca di «tutti gli scioperi proclamati».
Ieri, dopo mesi di scontri, direzione, confederali e Fials si sono riuniti allo stesso tavolo. Gli orchestrali si sono accontentati dei miglioramenti normativi che avevano richiesto, lasciando al futuro la possibilità di avere ulteriori aumenti nel contratto integrativo, anche perché di fatto le nuove regole consentono loro anche un recupero di tempo e di denaro. In particolare, l’orchestra ha ottenuto di eliminare il godimento individuale di cinque giorni di ferie; avere prove della durata di quattro ore, da concordare preventivamente; recuperare la mezz’ora di pausa dovuta all’accorpamento degli atti. E soprattutto, per quel che riguarda i diritti, la cessione di soli otto titoli in quattro anni (e non dell’intera produzione come era previsto in precedenza).
Tra le questioni che restano insolute, e di cui parla la lettera al sindaco, gli aumenti ulteriori che gli orchestrali hanno chiesto e non ottenuto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.