Cronaca locale

Scala, stipendi e cachet: quanti privilegi Orchestrali contro la riforma "infame"

Un ballerino guadagna minimo 2.000 euro più straordinari. Nel coro si arriva a 2.500, ma ci sono anche l’indennità di lingua se si canta non in italiano e quella di trucco. Tremila euro agli orchestrali. Compensi a parte per i concerti. E sei ore di lavoro

Scala, stipendi e cachet: quanti privilegi 
Orchestrali contro la riforma "infame"

«Madamina, il catalogo è questo...» dei privilegi di cui godono, e che ovviamente difendono a spada tratta, gli 808 dipendenti del teatro alla Scala. Stipendi, diarie, cachet, straordinari e orari di lavoro da far gola a qualsiasi musicista costretto a barcamenarsi tra lavori e lavoretti per sbarcare il lunario. Nulla a che vedere con le 6 ore di lavoro al giorno - che nei casi migliori consentono di stare in panciolle per il resto del giorno, o, in altri, di arrotondare il proprio stipendio, sfruttando il brand Piermarini per di più. Bene, le cifre annotate con perizia nel catalogo di Leporello, vi aiuteranno a comprendere meglio le ragioni della protesta delle maestranze del teatro lirico numero uno al mondo contro la riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche firmata dal ministro Sandro Bondi.
Dopo aver fatto saltare il Simon Boccanegra con Placido Domingo, la prima dell’Oro del Reno di Wagner prevista per giovedì, ora il tentativo delle maestranze per sensibilizzare l’intera città ai temi della riforma «infame», l’apertura delle prove dell’Oro del Reno previste per oggi dalle 14 alle 17 e dalle 19 alle 22. Più che funerale della cultura, in realtà, nella bara portata in corteo due giorni fa, i lavoratori del Piermarini, che costa alla casse dello Stato 63 milioni di euro l’anno, hanno seppellito l’«indennità trucco», l’«indennità umidità», il doppio cachet per i concerti della Filarmonica, la «doppia», ovvero la paga doppia, in caso di rischio in scena.
Facendo due conti un ballerino di fila, come si dice in gergo, ovvero al livello più basso, si trova in busta paga alla fine del mese 2000 euro netti, cui si aggiungono almeno 200 euro di straordinari al mese a seconda delle prove e degli spettacoli in cartellone. Salendo di livello, un ballerino solista parte da uno stipendio base di 2200 euro, cui si aggiungerà il compenso per le ore extra, facili da raggiungere considerando che il contratto nazionale prevede 6 ore di allenamenti al giorno. Basta sforare di un minuto per avere riconosciuto mezz’ora di straordinario. Ancora, il primo ballerino della Scala porta a casa puliti puliti almeno 2500 euro, che salgono a 2800 nel caso in cui si trovi a interpretare un ruolo di particolare importanza.
Voci fuori dal coro? Beh sì, se si considera che prestare la propria ugola al tempio della lirica frutta almeno 2500 euro ogni 30 giorni, un compenso destinato a crescere se si va in trasferta, se si canta in idioma straniero, grazie all’«indennità di lingua» o all’«indennità trucco», che vale per le voci di qualsiasi livello e per le comparse. Vi hanno ricoperto il volto con un’abbondante dose di cerone blu? Potreste rischiare di svegliarvi con le guance cerulee l’indomani. Nessun problema, a consolarvi per la clausura forzata ci penserà l’indennità trucco.
Ma ancor più bella è la vita dell’orchestrale scaligero che guadagna 3000 euro al mese, rimpinguata da vari bonus, come il contributo per l’acquisto dello strumento e degli abiti da concerto, oltre agli straordinari. Quasi tutti i musicisti del Piermarini fanno parte anche della fondazione Orchestra Filarmonica della Scala: ogni concerto vale loro un cachet a parte. Ma anche il tempo libero dei musicisti scaligeri vale oro: essendo impegnati 6 ore al giorno in teatro hanno anche la possibilità di dare lezioni private di musica - un altro privilegio che il decreto Bondi vorrebbe tagliare fissando un tetto massimo - sfruttando il marchio Scala.

Che in ogni caso è una garanzia.

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