da Milano
Sette interrogatori davanti ai Pm di Roma che indagano sulle scalate dei “furbetti del quartierino”. Stefano Ricucci finisce sulla pagine di Repubblica con i suoi racconti coloriti, tutti da verificare, a proposito delle grandi manovre finanziarie andate in scena nell’estate 2005: gli assalti alla Bnl, alla Rcs, all’Antonveneta. E descrive l’atmosfera che si respirava al quartier generale di Francesco Caltagirone, dov’erano al lavoro i sette del “contropatto” Bnl fra cui lo stesso Ricucci: «Dotto’, chi parlava con la Banca d’Italia con il Governatore (Fazio), chi con Francesco Frasca (capo della vigilanza), quell’altro parlava con Fassino, quell’altro ancora parlava... Era tutto un “ciao, Piero”, “Ciao Massimo”. Dottor Cascini - aggiunge Ricucci rivolgendosi a uno dei magistrati - per appoggiare l’operazione Antonveneta, dentro Bpi (Banca popolare italiana di Fiorani), c’era Carige, Popolare di Vicenza, Deutsche, Dresdner, Unipol e Banca popolare dell’Emilia Romagna... È un sistema moggiano. Ora guardate Unipol, è uguale. Carige, Banca popolare dell’Emilia, Popolare di Vicenza. Fiorani era l’elemento di traît d’union fra Banca d’Italia e Unipol, la persona di fiducia per Antonveneta, la persona di fiducia del Governatore, ma l’altra persona di fiducia di Fazio era l’ingegner Caltagirone, Caltagirone telefonava al Governatore.. andava a casa... andava a pranzo dal Governatore insieme a Fiorani. Quindi, Caltagirone rappresentava quest’operazione su Roma per Bnl e Fiorani nel Nord per Antonveneta. È il segreto di Pulcinella».
Per Ricucci, insomma, quelle scalate furono organizzate da una struttura bipartisan, il marito di Anna Falchi spiega di aver «incontrato» Berlusconi e di averlo informato ogni fine settimana sull’andamento delle scalate attraverso Aldo Livolsi e Romano Comincioli, come pure di aver parlato col senatore Ds Nicola Latorre. Fin qui la prima puntata delle deposizioni.
Caltagirone esprime «stupore» e nega di «aver avuto la proprietà o qualunque tipo di interessi in pacchetti di azioni Bnl diversi da quelli regolarmente denunciati. I rapporti fra me e Fazio - aggiunge Caltagirone - erano formalmente corretti ma non certo ispirati a simpatia. Smentisce anche Pierferdinando Casini, che avrebbe conversato al telefono con Caltagirone: «Parlavano al telefono sempre, lì davanti a me. Caltagirone parlava con il suo genero di assegni».
Infine Grazia Volo, difensore di Ricucci: «Ci tengo a precisare che le copie degli atti Ricucci saranno a disposizione da lunedì 18». Non sono stati i legali a passarle.
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