Stefano Zurlo
da Milano
Hanno discusso per ore. Nessuna rivelazione clamorosa da una parte o dallaltra, ma una riflessione articolata sulle carte e sulle ipotesi di reato da affinare. Il meeting sulle scalate Antonveneta e Unipol (per Rcs la competenza di Roma è definita) vede la partecipazione di sei pubblici ministeri: i romani Rodolfo Sabelli, Giuseppe Cascini e Perla Lori, i milanesi Eugenio Fusco, Francesco Greco e Giulia Perrotti. Due i filoni oggetto dellincontro: Antonveneta e Unipol.
Dal Palazzo di giustizia di Milano, che ha ospitato la riunione, non filtrano indiscrezioni. Ma è chiaro che, almeno per ora, non sono state prese decisioni da prima pagina. Non ci sarebbero arresti imminenti, almeno per quel che trapela, comunque non se nè parlato nel vertice. Nemmeno è avvenuto un travaso di carte e di documenti.
Semmai si è cercata la strategia migliore per affrontare insieme le prossime curve di unindagine complessa, lontana dai ritmi forsennati e dalla logica da catena di montaggio di Mani pulite. Qui è tutta unaltra storia, occorre cercare, nella miriade di comportamenti illeciti e di reati finanziari, il bandolo della matassa. Dunque, par di capire, per Antonveneta si è ormai vicini alla stretta finale. Linchiesta dei Pm di rito ambrosiano si avvia alla conclusione: la tentata scalata è stata radiografata, i comportamenti degli indagati studiati, gli investigatori hanno ormai un patrimonio imponente di informazioni. Più indietro è il troncone romano che dovrebbe esplorare le eventuali omissioni o responsabilità degli organi di vigilanza, a cominciare dalla Banca dItalia. Con ogni probabilità si darà la precedenza al dossier di rito ambrosiano, poi si proverà a dare risposta agli altri quesiti sul tappeto.
Ma è poco realistico, almeno a quel che si ricava, un rallentamento, a un passo ormai dal traguardo, del Pool milanese che, invece, vuole chiudere in tempi rapidi linchiesta base.
Più complessa la questione Bnl Unipol. Molti gli episodi di aggiotaggio e insider trading allesame degli investigatori. Occorre approfondire con precisione millimetrica dove sono stati commessi i reati: procedere a braccetto, Milano e Roma insieme, è un imperativo, ma in ogni caso la mappa degli episodi deve essere limpida. Altrimenti un eventuale conflitto di competenza potrebbe mettere in crisi limpianto accusatorio. Anche per questo, vengono programmati alcuni interrogatori congiunti per le prossime settimane.
Poi il terzetto romano rientra nelle capitale. Ci sarà, è evidente, una nuova riunione a breve. Ciascuno farà le sue riflessioni, indicherà le priorità, cercherà di definire meglio le competenze. Poi, specialmente per quanto riguarda Unipol, si prenderà una strada una volta per tutte. Puntando su alcuni reati meglio strutturati, o se si vuole ben configurati, per scongiurare sovrapposizioni.
Comunque, le riunioni sullasse Milano-Roma dimostrano che le due Procure collaborano. E si scambiano notizie. Il momento delicato è stato superato con luscita di scena del Procuratore aggiunto della capitale Achille Toro, indagato a Perugia per la fuga di notizie che avrebbe favorito Giovanni Consorte.
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