da Milano
Una lettera aperta allex capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro smentisce la ricostruzione fatta da questultimo sul ribaltone del 1994. A scriverla, lex ministro di An Adriana Poli Bortone, oggi europarlamentare di An e sindaco di Lecce, che rievoca una telefonata fattale proprio da Scalfaro. «Gentile Presidente - scrive la Poli Bortone -, ieri sera (martedì, ndr) ho avuto la ventura di vedere una parte della trasmissione Ballarò» di Raitre ed il caso ha voluto che sentissi la Sua verità sul ribaltone del 1994. E visto che ha inteso raccontarla a milioni di italiani, ritengo sia mio dovere, dopo dieci anni di silenzio, raccontare agli italiani anchio quanto Lei, proprio Lei, intese dirmi la mattina del primo giorno del Governo Dini». Premessa: Scalfaro, in tv, aveva raccontato di aver detto «tre volte no» alle proposte di Berlusconi per risolvere la crisi in seguito alluscita dal governo della Lega. In sintesi erano: scioglimento delle Camere, elezioni anticipate, governo Berlusconi fino al voto.
Peccato che alla Poli Bortone, nel 94, secondo quanto racconta la stessa nella lettera, Scalfaro disse invece «di essere stato costretto dalle circostanze avverse a dire a Berlusconi che non si poteva andare subito ad elezioni anticipate. Bisognava far calmare le acque! Mi aggiunse - scrive la Poli Bortone - di aver parlato con DAlema e di aver raggiunto laccordo per andare ad elezioni a ottobre del 95». «Alla mia timida richiesta del perché avesse deciso di racconatrmi tutto questo - prosegue il sindaco di Lecce - mi rispose che aveva stima di me e voleva che riferissi al mio partito la verità di un percorso segnato sulla sua parola donore. Rimasi turbata, imbarazzata, ma onorata , a un tempo, che le i mi avesse scelta». «Lei ieri sera - continua leurodeputata rivolta a Scalfaro - ha ancora una volta violato un patto, raccontando una sua verità a milioni di italiani. Lo ha fatto faziosamente e col dichiarato intento di colpire ancora una volta Berlusconi, con lautorità delle Sue parole! Anche da questa bugia (me la faccia definire, dopo dieci anni, per quello che è) Lei si sente certamente assolto così come ha fatto, non senza imbarazzo, in verità, sempre nella stessa trasmissione di ieri sera, a fronte del ricordo, sollecitato da Sacconi, della pena di morte da Lei, Presidente, comminata come Magistrato. Naturalmente tutore della legge e della Costituzione italiana!».
La Poli Bortone, poi, ricorda cosa le disse lex capogruppo alla Camera Pinuccio Tatarella, quando lo venne a sapere della telefonata: «Mi disse Vedrai che servirà un giorno, perché tanto non manterrà la parola. I fatti gli hanno dato ragione».
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