Economia

Gli scali regionali rischiano di restare fuori dalla «rete»

Il presidente di Assaeroporti, Di Paola: «Un piano per l’intero sistema aeroportuale»

Gli scali regionali rischiano di restare fuori dalla «rete»

da Milano

Botta e risposta tra Jean Cyril Spinetta (Air France) e Giuseppe Bonomi (Sea). Il primo l’altra sera ha dichiarato che «la grande maggioranza delle perdite di Alitalia viene dalla gestione di Malpensa. Ignorarlo significa portare la compagnia alla scomparsa». Ieri gli ha risposto Bonomi: «Affermazioni generiche e superficiali. I voli intercontinentali di Alitalia da Malpensa partono tutti pieni». Air France ha precisato: «Per Alitalia sono insostenibili due hub». Ma il tema non si esaurisce nelle polemiche sugli hub e sul «declassamento» di Malpensa: coinvolge l’intero sistema aeroportuale italiano. «Che la cosa sia gradita o no - osserva il presidente di Assaeroporti, Domenico Di Paola - la trasformazione di Malpensa è un fatto ineluttabile. Il problema tuttavia va guardato in termini di sistema, su scala nazionale». Aggiunge: sulla base del piano industriale di Alitalia si deve fare «un’analisi degli indici di mobilità, delle tariffe e della connettività tra aeroporti». Per capire il futuro.
L’esempio è intuitivo. Agli aeroporti regionali oggi serviti da Alitalia e collegati all’hub di Malpensa, che destino sarà riservato? Saranno o no collegati a un altro grande aeroporto in una logica di fideraggio? «Non siamo di fronte alla privatizzazione di una società, ma a un’autentica rivoluzione del trasporto aereo italiano, che coinvolge tutti i soggetti che in esso si esprimono» sottolinea Di Paola. «Si rischiano falle enormi». Spiega: «L’impatto per Malpensa è in apparenza molto forte, e non ho dubbi che il management della Sea saprà affrontarlo adeguatamente. Ma per gli aeroporti periferici il problema è ancora più drammatico: se non saranno collegati “in rete“, perché ritenuto non economico, verranno tagliati fuori. Il danno, in termini assoluti, sarà inferiore a quello che si registrerà a Malpensa, ma per quelle realtà locali si tratterà di qualcosa di irreparabile».
Il presidente di Assoaeroporti ha ricevuto l’incarico dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, di formulare una proposta organica: «È già nelle mani del ministro, sarà affrontata entro gennaio». Per ora, comprensibilmente, non ne anticipa i contenuti. Ma indica alcune idee guida: si tratta di analizzare con rigore scientifico il sistema del trasporto aereo, cercando opportunità sia in un nuovo attore, l’Alitalia di Air France, privata delle sofferenze degli ultimi anni, sia nelle piccole compagnie; di porre il sistema Paese in grado di raggiungere gli indici di mobilità media europea, che sono circa il doppio di quelli italiani. Oggi in Italia viaggiano in aereo circa 80 milioni di persone, 120 considerando anche i transiti: «La domanda può essere allargata per raggiungere, anche in tempi brevi, i 200 milioni». Di porre, poi, gli aeroporti nelle condizioni di autofinanziarsi, consentendo aumenti di tariffe.

Infine, «andrà favorito uno sviluppo armonico del sistema aeroportuale, senza una pianificazione statuale dirigistica ma evitando il Far West».

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