da Roma
Contatti sono in corso in queste ore, fra governo e sindacati, sullipotesi in campo per superare lo «scalone» previdenziale. Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, conferma che la base di partenza è lipotesi dello «scalino» a 58 anni più tre anni di incentivi «rafforzati» per rinviare il pensionamento anticipato. I tre segretari confederali - Epifani, Bonanni e Angeletti - apprezzano la proposta e chiedono che riparta subito il confronto. Mentre Luca di Montezemolo ricorda che cambiare le riforme Dini e Maroni sarebbe «antistorico», e significherebbe fare delle scelte che ci allontanerebbero dallEuropa.
Restano poi, nella loro enormità, i problemi finanziari: lo scalino a 58 anni costa, rispetto allo scalone (pensionamento a 60 anni, a partire dal prossimo 1 gennaio) 10 miliardi di euro dal 2008 al 2016 in termini di minore risparmio di spesa. Si tratta di capire quanto si può risparmiare con gli incentivi, ma è un calcolo possibile solo a posteriori. Lincremento di un 1% per ogni anno di permanenza in più al lavoro è poca cosa se rapportata a una pensione da metalmeccanico: spunta così lidea di un bonus più cospicuo, del 3% per ogni anno di rinvio del pensionamento. Un rinvio di tre anni comporterebbe un aumento della pensione del 9%. Si parla anche di incentivi progressivi (+ 2% per il rinvio dun anno, 3% per due, 4% per tre anni). Basterà per convincere una parte dei 130mila interessati allo scalone a restare al lavoro?
«Speriamo di chiudere prima dellestate», commenta Damiano. Tommaso Padoa-Schioppa appare, però, meno ottimista del ministro del Lavoro. «Avere un sistema pensionistico che penalizza i giovani - dice - significa rompere lequilibrio: è un problema di equità fra le generazioni». Il ministro dellEconomia ha esaurito le risorse, e deve cercare di reperire i risparmi compensativi allinterno del sistema previdenziale.
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