Uno scandalo chiamato stadio Ferraris

Uno scandalo chiamato stadio Ferraris

(...) la campagna «Erg Power & Samp», la possibilità per chi acquista i pacchetti della compagnia, di essere ospite al campo di allenamento di Bogliasco e vivere il dietro le quinte del Doria e gli spogliatoi blucerchiati.
Ma il derby degli sponsor-lampadina è solo l’aspetto divertente della storia. Su cui, invece, non c’è niente da ridere.
Perchè il Ferraris, ormai, diventa sempre più uno scandalo. Domenica dopo domenica, partita dopo partita. Ed è assurdo che i responsabili non si rendano conto del discredito, anche internazionale, che uno stadio simile getta su Genova.
Alla faccia dei consigli comunali monotematici sulle «straordinarie potenzialità turistiche di Genova», le immagini in eurovisione delle partite di Europa League danneggiano l’immagine della nostra città in maniera incredibile, mentre potrebbero essere uno straordinario volano di immagine. E, di fronte a tutto questo, cosa fanno in Comune? Tace Marta Vincenzi, impegnata nella (giustissima) difesa della legalità, quando questa viene violata dai furbetti delle mense o del biglietto dell’autobus. Ma meno attiva nella denuncia quando la violazione arriva dal movimento studentesco.
Parla, con il Secolo XIX, l’assessore allo sport Stefano Anzalone, ma sarebbe stato meglio se avesse taciuto. Visto che non si assume responsabilità in merito al Ferraris. Cioè: se crolla un muro a Pompei è colpa di Bondi (che, pure, ultimamente sta perdendo parecchi colpi come ministro della Cultura); se lo stadio è a pezzi, l’assessore allo Sport del Comune proprietario dello stadio non c’entra nulla. Ma via, siamo seri.
Lo sfascio, fra l’altro è totale. In tribuna stampa, l’altra sera, non funzionava la rete wi-fi (eppure abbiamo persino l’assessore alla «città digitale»). E poi i nove minuti di calo di tensione elettrica non sono una primizia assoluta per i riflettori del Ferraris, anzi si ripetono periodicamente, soprattutto quando piove. Ma questa non è un’attenuante. I dragaggi sul piazzale, che si allaga ogni quattro gocce, sono inesistenti.
E le condizioni del campo di gioco - con le zolle che volano allegramente e ormai praticamente tutte le zone del campo che perdono il pelo, ma non il vizio della cattiva gestione - sono ormai uno scandalo talmente ripetuto e ripetitivo da andare oltre il delitto colposo nei confronti del campo. Non è possibile spendere centinaia di migliaia di euro per continue rizzollature che reggono poche partite, eternamente definitive e, invece, per definizione, eternamente le penultime.


Intendiamoci, non pensiamo che ci sia malafede in questa gestione dello stadio, a chiunque spetti in realtà (il Comune? Sportingenova in liquidazione? Vari? Eventuali?). Ma superficialità, sciatteria, incompetenza, sì. E, forse, sono colpe ancora più gravi.
Mercoledì sera non ha perso solo la Samp. Ha perso Genova: la faccia.

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