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Scandalo in Turchia per il "risotto del peccato"

Il ministro dell’Interno, musulmano osservante, licenzia un governatore di cui era ospite a cena: il cibo era stato cucinato con il vino bianco. Il piatto era talmente piaciuto che aveva chiesto la ricetta al cuoco: quando l’ha saputa si è infuriato. Poi la «punizione»

Ankara - Il ministro turco dell’Interno Osman Günes è convinto di rischiare l’inferno per un piatto di risotto. Non è una barzelletta. La questione in Turchia è su tutti i giornali e sta dividendo opinione pubblica e teologi. La vicenda ha inizio poco prima delle elezioni politiche anticipate, quando il titolare dell’Interno si trova in giro per il Paese per la campagna elettorale e, una volta arrivato a Mugla, sulla costa egea, viene ospitato in un lussuoso albergo a cinque stelle dal vali, il governatore locale, di nome Temel Kocaklar.
Ordinano da mangiare e il ministro sceglie il risotto. Dopo la cena, Günes, decisamente soddisfatto, manda a chiamare il cuoco per complimentarsi e gli chiede di illustrare la ricetta per fare un piatto così buono. Il cuoco, tutto contento per quell’onore, comincia a elencare gli ingredienti, non fosse che quando dice le due parole «beyaz sarap», vino bianco, si scatena l’inferno.
Günes, infatti, musulmano di stretta osservanza, si alza in piedi furibondo e inizia a urlare che gli hanno dato cibo impuro, perché cucinato con una bevanda alcolica, cosa proibita nell'Islam. E accusa il cuoco di avergli fatto commettere un peccato gravissimo.
Il governatore cerca di calmare le acque, soprattutto impedendo il licenziamento in tronco del povero addetto alla cucina. Peccato che il ministro dell’Interno decida di prendersela con il governatore, che dopo qualche giorno viene destituito.
La vicenda finisce su tutti i giornali, che non mancano di evidenziare la sua componente caricaturale e di interpellare gli esperti, che sembrerebbero assolvere Günes con formula piena. Yasar Nuri Ozturk, teologo, dice: «L’alcol mangiato nella pasta non è peccato, perché mentre si cucina evapora». A questa spiegazione, che farebbe felice tutti i musulmani amanti del risotto al mondo, se ne affianca un’altra, anche questa assolutoria. Il teologo Suleyman Ates spiega infatti: «Se una persona mangia inconsapevolmente un piatto cucinato con alcol non è un peccato. Basta chiedere perdono a Dio».
E mentre non si è ancora placata la polemica, il quotidiano Hurryet informa che le vendite di riso sono aumentate nel Paese così come le ordinazioni nei ristoranti. Non si sa invece se ci si sia anche un accresciuto interesse per il vino.
La parola degli esperti può comunque tranquillizzare i sentimenti religiosi del ministro Günes, ma la faccenda, questo è certo, gli sta procurando problemi di immagine. Molti giornali hanno infatti cominciato a rimarcare come nell’Akp, il partito islamico-moderato del primo ministro Recep Tayyp Erdogan, ci siano molte persone che, con i loro atteggiamenti, di moderato hanno veramente ben poco.
Nei guai, indirettamente, è finito anche Abdullah Gul, prossimo all’elezione a undicesimo capo dello Stato turco, e che aveva scelto proprio Günes come membro del suo probabile staff presidenziale. Il nome del ministro è stato prontamente depennato dalla lista provvisoria e la cancellazione resa nota a Zaman, quotidiano vicino all’Akp, in modo da far sapere che il futuro presidente della Repubblica prende le distanze dalla vicenda.
Che beffa per Günes: ha perso un incarico prestigioso per colpa di un piatto di risotto.

E, da buon musulmano, non può nemmeno bere per dimenticare.

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