Cronaca locale

Scappato un’ora prima dall’ufficio per 188 volte Ma per i giudici il vigile-fannullone è innocente

Ha riscosso puntualmente il suo stipendio pubblico, ma quando si trattava di guadagnarselo non era altrettanto solerte. Anzi, è sgattaiolato via dal suo turno in ufficio con un’ora o più d’anticipo, per ben 188. Eppure per il tribunale l’«agente fannullone» non è da condannare. La decima sezione penale del Tribunale di Milano, infatti, ieri ha assolto il vigile assenteista rinviato a giudizio per il reato di truffa, con l’aggravante di aver commesso il fatto a danno di un ente pubblico e contro il quale il Comune di Milano si era costituito parte civile.
Grazie ai controlli interni della Polizia Locale e all’attività investigativa l’agente, impiegato negli uffici dell’anagrafe di via Padova, era accusato di avere anticipato la fine del servizio almeno un’ora prima (ovvero alle 15.30 anziché alle 16.30) per 188 volte, tra il 3 gennaio 2007 e l’11 aprile 2008, inducendo in errore i suoi superiori convinti che fosse invece sul posto di lavoro. Eppure secondo i giudici il materiale probatorio porta a escludere la sussistenza degli artifici e raggiri e «il reato non risulta pienamente integrato nella sua materialità» apparendo il fatto come «un mero inadempimento contrattuale». Il pm aveva chiesto invece la condanna del vigile a 9 mesi di reclusione oltre al pagamento di 400 euro». É stato il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato a rendere nota l’incredibile conclusione della vicenda. «A quanto pare - ha commentato De Corato - le prove addotte non sono state ritenute sufficienti per configurare il reato. L’assoluzione sul piano penale ci sorprende, ma rispettiamo la sentenza. Ciò non vuol dire che a carico del vigile assenteista non possa scattare un’azione disciplinare che naturalmente verrà esercitata». Dunque per il Comune, sentenza o no, l’effetto deterrente per i dipendenti con poca voglia di lavorare c’è eccome. «Il messaggio - secondo De Corato - è che a Milano i controlli interni della Polizia locale, così come quelli sui dipendenti, funzionano. E non saranno tollerati comportamenti che provocano disagi e danneggiano prima di tutti i cittadini, le vere vittime del cattivo servizio».
Un caso indifendibile e imbarazzante anche per i colleghi: «Un bel birbantello con un bravissimo avvocato - commenta Roberto Miglio, delegato Rsu dei Vigili urbani - ma la commissione disciplinare può essere ancora più dura del tribunale». Cosa rischia? «Da una tirata d’orecchie al licenziamento». «Io non voglio fare lo sciacallo, anzi al collega faccio gli auguri - continua Miglio - ma se è andata così hanno fatto bene a scoprirlo, ha leso l’immagine del Comune e del comando».

«Casi del genere - conclude - sono rarissimissimi, in genere c’è un controllo diretto anche sugli orari di entrata e di uscita».

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