Scatti d’autore in 125 mostre

Non ha fine la serie di ingegnosi stratagemmi utilizzati dai corrieri della droga per eludere i controlli. Ieri l’ultima invenzione: al di sotto dello spesso strato di cioccolato al latte erano nascosti tre chilogrammi di cocaina purissima. A scoprire il trucco all’aeroporto di Fiumicino sono stati i finanzieri che hanno ispezionato il bagaglio, stipato di effetti personali e di generi alimentari, di F.V.J.C., 35 enne cileno, poco prima sbarcato da un volo proveniente da Buenos Aires.
Ai militari l’uomo ha spiegato, con modi cortesi ed estrema naturalezza, che quel vasto assortimento di dolci al cioccolato, specialità del suo paese, «era il regalo per un suo lontano parente» e, per qualche istante, deve aver pensato proprio di averla fatta franca. Cileno che è stato arrestato per traffico internazionale di droga e tradotto immediatamente nel carcere di Civitavecchia, a disposizione della Procura della Repubblica della cittadina laziale, che coordina le indagini. Secondo i primi accertamenti, dalla droga, eccezionalmente pura, sarebbero stati ricavati quindici chili di cocaina «da strada» per un valore di mercato pari a 2 milioni di euro.
L’operazione è il frutto della collaborazione tra la Dogana e la Guardia di Finanza di Fiumicino che, dall’inizio dell’anno, ha condotto alla denuncia per violazione alla legge sugli stupefacenti di duecento persone, di cui cinquanta in stato di arresto, e dal sequestro di 350 chilogrammi di droga».
Ma a proposito di trovate, sono stati molti, spesso davvero fantasiosi, i nascondigli utilizzati dagli spacciatori per nascondere la droga: da un acquario tropicale con dentro voracissimi pesci piranha, ed una teca di cristallo che ospitava un pitone reale, dove un italiano e un romeno, arrestati a Roma dai carabinieri nel ottobre del 2005, avevano messo gli involucri sigillati contenenti cocaina e marijuana, a quello, meno esotico, escogitato da una casalinga, di 70 anni, di Ostia, che aveva nascosto la cocaina in una forma di formaggio pecorino.
C’è stato chi importava droga dall’Olanda nascondendola negli involucri cavi di polistirolo che racchiudevano giostrine per bambini (scoperto dai polizia coordinata dalla Dia nel maggio del 2003) e chi, come una coppia venezuelana che gestiva un centro estetico ad Ostia e nascondeva la droga all’interno di cilindretti di legno per massaggi.
Ma i nascondigli utilizzati dagli spacciatori sono stati di ogni tipo, da quelli più sofisticati, come i libri di storia con la pagine imbevute di cocaina liquida importata dal Perù, a quelli più semplici, come le uova di cioccolato ripiene di droga importate dalla Spagna, scoperte dalle forze dell’ordine nello scorso anno.
Ci sono stati anche trafficanti, scoperti dalla polizia all’aeroporto di Fiumicino, che hanno nascosto quattro chili di cocaina nei pannelli di rivestimento di due aerei parcheggiati nello scalo, nell’area adibita a manutenzioni.

Ed anche alcuni spacciatori, scoperti nel dicembre nel 2004, che importavano cocaina di ritorno da un viaggio in Spagna nascondendola semplicemente nei ricordini di artigianato iberico o nei pacchi con i regali di Natale.

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