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Lo sceicco sborsa 2 milioni per il pallone della finale di Berlino

Quel pallone comprato in un negozio vale non più di 110 euro. Ma nelle mani di uno sceicco, dopo essere passato per i piedi di Pirlo e Materazzi, vale un milione e novecentomila euro. Soliti esagerati questi sceicchi: se il wc non ha la seduta d’oro non comprano barche, se il pallone non è dorato (anche soltanto nel colore) nemmeno se lo filano. Ma questo, pur sporco di pedate, aveva un fascino superiore. Era il pallone usato nella finale mondiale di Berlino. Il pallone portafortuna dell’azzurro Italia: per un collezionista una vanità e una rarità. «Pur se il prezzo è proprio esagerato», ha fatto notare Claudio Pasqualin, avvocato e procuratore ma soprattutto straordinario appassionato di oggetti calcistici, tanto da averne fatto una collezione che ha pochi eguali al mondo. «È una cifra fuori dalla logica del collezionismo: lo avrà fatto anche per beneficenza, ma se voleva pubblicità era meglio un annuncio a pagamento su qualche giornale».
In effetti il «Team geist», pallone Adidas che aveva il disegno dorato esclusivamente per la finale Italia-Francia, è finito all’asta, organizzata a Doha con fini di beneficenza. E l’emiro Mohamed Bin Hamad al-Thani, nome lungo quanto la cifra scritta per esteso, dopo avere firmato l’assegno, era contento come un ragazzino. Cosa saranno mai due milioni di euro per togliersi uno sfizio? «Sono stato alla finale», ha raccontato. «Questo pallone per me ha un valore sentimentale». All’asta ha partecipato anche Sven Goran Eriksson, ex ct e svedese dal braccino. Si sarà goduto la scena, magari inducendo l’emiro al colpo da roulette. Meglio per chi ne godrà: un’organizzazione di beneficenza locale. Il pallone verrà donato a un’accademia dello sport durante i prossimi Giochi asiatici, previsti in dicembre a Doha.
Ma ora chi avesse palloni da collezione è avvisato. C’è sempre uno sceicco pronto a comprarli. Per esempio, Pierluigi Collina ha fatto sapere di avere con sé il pallone che ha concluso la finale del mondiale 2002, a Yokohama, fra Brasile e Germania, arbitrata proprio da lui. «Non ho intenzione di metterlo all’asta. L’emiro ha fatto un bel gesto. Se ci fosse da fare beneficenza potremmo vedere». Ma Collina è un po’ come l’emiro: collezionista di souvenir. Da Beckham a Ronaldo non gli è sfuggita nessuna maglietta. A proposito, anche l’ex arbitro De Santis potrebbe mettere all’asta collezioni di magliette.

Ma quella è un’altra storia.

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