In scena L’Anatra all’arancia ironia su un piatto d’argento

L'«evergreen» che conobbe il successo in Italia grazie alla versione cinematografica del 1975, diretta da Luciano Salce con l'interpretazione di Ugo Tognazzi, Monica Vitti e una giovanissima Barbara Bouchet, ritrova la sua dimensione da palcoscenico vestendosi di grande ironia attraverso la regia di Ennio Coltorti, impegnato anche nella traduzione e nell'adattamento con Nino Marino e Antonia Piccolo. Con «L'Anatra all'arancia», fino al 31 maggio al Teatro Manzoni, la coppia Corrado Tedeschi-Debora Caprioglio sarà protagonista della commedia brillante per eccellenza, un testo che, tratto dal romanzo di William Douglas Home «The Secretary bird» e adattato per la prima volta per il palcoscenico da Marc Gilbert Sauvajon, offre un simpatico e divertente affresco di tematiche di grande attualità. «Prima di lavorare a questa commedia della quale esistono innumerevoli edizioni teatrali, ho letto il testo originale e ho visto il film, e, mettendomi a disposizione dell'opera, potrei a questo punto definirmi un esecutore fedele dell'abilità dell'autore. Ho esaminato il lavoro e poiché in pochi ormai sanno mettere in scena una commedia brillante senza sconfinare nella farsa, ho cercato di trattare le differenti tematiche che emergono in maniera sobria ed elegante». Un intreccio spassoso e leggero, dove i personaggi ben definiti nelle loro caratteristiche psicologiche sono il motore di un meccanismo perfettamente comico. Corrado Tedeschi nei panni di Gilberto, marito di Lisa (Caprioglio), giocatore accanito di tennis e di scacchi, molto attivo e dinamico, trascura la moglie che ben presto, prendendo le distanze dal suo ruolo di madre quarantenne e annoiata, si innamora di un principe azzurro ben più giovane di lei. Una segretaria affascinante, una cameriera impicciona, un giovane prestante e una massiccia dose di ironia, sono gli ingredienti che incorniciano una vicenda di tradimenti e bugie, nella quale il pubblico non faticherà a riconoscersi. «Milanese di adozione, torno con piacere sulla scena del salotto cittadino - dichiara Tedeschi - vestendo questa volta i panni di un uomo che mi somiglia molto. Amo portare in scena questo testo attraverso il quale abbiamo ridato dignità alla commedia brillante, ultimamente snaturata sotto le mentite spoglie della farsa, il più delle volte caricata di volgarità». Una preziosa occasione per Debora Caprioglio che, nelle vesti di questa donna annoiata, debutta sulla scena del Manzoni: «Lisa, il mio personaggio, è di una forza dirompente; e ben è definito il percorso di questa quarantenne che vuole cambiare vita ed io, affidandomi al regista e anche al mio istinto, gioco una lunga partita a scacchi con il mio partner fedifrago. Alla fine, però, l'amore trionfa e offriamo al pubblico un messaggio di positività». È Gioietta Gentile la cameriera che irresistibilmente si impiccia di affari altrui: «Dopo Shakespeare e Pirandello affronto questa commedia divertente nei panni di Teresa, la colf che comunica solo attraverso il dialetto milanese».

L'avvenente segretaria interpretata da Gloria Bellicchi, al debutto sulla scena, nel suo ruolo simpatico ed elegante affianca il cast di professionisti nel quale si distingue anche Mino Manni, il ragazzo che alla fine soccombe alla vittoria dell'amore.

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