In scena l’ultima notte di Craxi

Un uomo solo su una zattera in mezzo a un mare di fogli, giornali e documenti che lo separano dalla sempre più lontana Italia. Quell’uomo è Bettino Craxi nella sua «Ultima notte in Tunisia», attanagliato dagli spettri del passato, dalle angustie della malattia che lo porteranno alla morte, ma soprattutto da un’anima viscerale e contraddittoria che lotterà fino all’ultimo contro la condizione di leader confinato. Ad interpretarlo sarà l’attore Alessandro Haber nello spettacolo che andrà in scena a marzo al teatro Franco Parenti per la regìa di Andrée Ruth Shammah. La pièce, tratta da un testo di Vitaliano Trevisan e presentata ieri alla conferenza sulla nuova stagione del teatro, non mancherà di far discutere. Un piccolo antipasto si è avuto già durante la presentazione quando l’assessore alla Cultura della Regione Massimo Buscemi ha annunciato l’intenzione di finanziare uno spettacolo «che riaprirà il dibattito sulla figura dello statista». Alla domanda di una giornalista sull’entità dei fondi promessi, è scaturita un’accesa polemica con il politico pidiellino infuriato per le presunte provocazioni da parte della stampa. «È la dimostrazione -ha dichiarato la Shammah- di come ancora oggi la figura di Craxi tocchi un nervo scoperto e continui ad accendere gli animi». Lo spettacolo, per la verità, si preannuncia denso di aspettative, così come l’interpretazione da parte di Haber di un testo che mette in luce un ritratto psicologico inedito del leader confinato ad Hammamet e che affronta le ultime ore di un uomo tormentato dai ricordi e da sè stesso. «Mister x - spiega la regista - non è la fotografia di un uomo politico, ma di un personaggio tragico-grottesco, una personalità straripante fino all’ultimo incapace all’idea di farsi da parte rispetto al mondo. E che nella sua ultima notte continua a parlare e a ripercorrere le memorie del passato e la malattia di un presente da esiliato che sembra infettare la storia stessa di un Paese ingrato». Alla realizzazione dello spettacolo, ricorda la regista, ha contribuito anche la Fondazione Craxi con materiale video inedito sugli ultimi anni del leader del Garofano. Una pièce dunque apprezzata dalla famiglia tranne che in una frase finale del testo che forse verrà sostituita dalla regista: «La battuta è quella in cui il personaggio dice che “non ci si può fidare di questi tunisini“. Secondo la figlia Stefania è una frase che il padre non avrebbe mai detto ma io forse la sostituirò con una più efficace per il finale». La pièce, che andrà in scena a marzo, fa parte di un programma di 34 titoli che comprendono la stagione del Parenti, otto dei quali sono produzioni.

Anche quest’anno il cartellone punta al teatro di innovazione con il progetto «Con altri occhi» (con produzioni di gruppi come Societas Raffaello Sanzio, Valdoca e Motus), un focus sulla condizione femminile interpretato da grandi attrici tra cui Anna Galiena, Giuliana Lojodice e Licia Maglietta; e ancora quattro spettacoli e una rassegna cinematografica dedicata a Pasolini.

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