La riforma dell’istruzione tecnica e professionale, approvata oggi dal cdm insieme a quella dei licei, era attesa "da quasi 80 anni". Le norme introdotte con i nuovi regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall’anno scolastico 2010-2011 come scuole dell’innovazione.
ISTITUTI TECNICI
Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono
1.800, suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei
tecnici sono 39.283, frequentate da 863.169 alunni. Il riordino,
spiega il ministero dell’Istruzione, punta a limitare la
frammentazione degli indirizzi, rafforzando il riferimento ad
ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale.
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori, economico
e tecnologico, Avranno un orario settimanale corrispondente a 32
ore di lezione. Saranno ore effettive al contrario delle attuali
36 virtuali (della durata media di 50 minuti). Nel settore
economico sono stati definiti 2 indirizzi, amministrativo,
finanza e marketing e turismo. In quello tecnologico sono stati
definiti 9 indirizzi: meccanica, meccatronica ed energia;
trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica
e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali
e biotecnologie; sistema moda; agraria, agroalimentare e
agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative
sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente
nel nuovo ordinamento. Il Regolamento prevede, inoltre, lo
sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica di
laboratorio, considerata uno strumento efficace in tutti gli
ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura
generale (per esempio, italiano e storia).
Relativamente agli indirizzi del settore tecnologico è prevista
inoltre la presenza degli insegnanti tecnico-pratici nella misura
oraria crescente dal primo al quinto anno: ore nel biennio; ore
nel triennio (561 ore in terza e quarta, 330 ore in quinta).
Ulteriori risorse di personale saranno assegnate alle scuole per
potenziare le attività didattiche di laboratorio.
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un’area di
istruzione generale comune e in distinte aree di indirizzo che
possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale
continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti
sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del
lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli
istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di
flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno)
all’interno dell’orario annuale delle lezioni dell’area di
indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota
del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle
lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono
essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per
l’economia del Paese come, ad esempio, la plasturgia, la
metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche.
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in un
primo biennio, dedicato all’acquisizione dei saperi e delle
competenze previsti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione
e di apprendimenti che introducono progressivamente agli
indirizzi; un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono
un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi
nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e
delle professioni; il quinto anno si conclude con l’Esame di
Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi anche di
esperti.
Sono state incrementate le ore di studio della lingua inglese ed
è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre
lingue straniere. È previsto l’insegnamento di scienze
integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le
discipline di scienze della terra e biologia, di fisica e di chimica, per potenziare la cultura scientifica. Le norme
introdotte hanno l'obiettivo di creare un rapporto più stretto
con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il
volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia
diffusione di stage, tirocini e l`alternanza scuola-lavoro.
ISTITUTI PROFESSIONALI
In Italia, in questo anno scolastico,
studiano, in 1.425 istituti professionali, 547.826 alunni
suddivisi in 25.445 classi. Attualmente sono 5 i settori di
istruzione professionale, con 27 indirizzi. Con il riordino
dell’istruzione professionale sarà riaffermata l’identità di
questo tipo di scuola nell’ambito dell’istruzione superiore e i
giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per
ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di
riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte
chiare sulle possibilità d'inserimento nel mondo del lavoro e per
il proseguimento degli studi all'università. Verrà superata la
sovrapposizione con l’istruzione tecnica, si pongono le basi per
un raccordo organico con il sistema d’istruzione e formazione
professionale, di competenza delle Regioni. I servizi
d’istruzione saranno più efficaci e le risorse verranno
utilizzate nel modo più adeguato.
I nuovi istituti professionali si articolano in 2 macrosettori:
istituti professionali per il settore dei servizi e istituti
professionali per il settore industria e artigianato.
Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi. Settore dei servizi:
servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi
socio-sanitari; servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità
alberghiera; servizi commerciali. Settore industria e
artigianato: produzioni artigianali e industriali servizi per la
manutenzione e l’assistenza tecnica.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative
sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno
gradualmente nel nuovo ordinamento. Gli istituti professionali
avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione.
Saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali
(della durata media di 50 minuti). Gli istituti professionali
avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In
particolare gli spazi di flessibilità nell’area di indirizzo
riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota già
prevista del 20% di autonomia, ammonteranno al 25% in prima e
seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.
Il percorso è articolato in bienni e 1 quinto anno. Gli istituti
professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per
organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata
triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale
nell’ambito dell’offerta coordinata di istruzione e formazione
professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia,
sulla base di accordi con il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca.