Barzan al Tikriti, il fratellastro di
Saddam Hussein da parte di madre impiccato oggi, è stato per
anni il capo dei servizi segreti iracheni.
Prima di diventare il 5 di fiori nel mazzo di carte degli
uomini più ricercati dell'Iraq e di essere quindi catturato il
17 aprile 2003, otto giorni dopo la caduta di Baghdad, Tikriti
era stato nel suo Paese uno degli uomini più potenti e più
temuti, come esecutore materiale della repressione ordinata dal
capo dello Stato. Cinquantacinque anni, era noto anche come finanziere del deposto
regime: aveva curato
il patrimonio finanziario del rais, compreso tra 2 e 7 miliardi
di dollari. Aveva curato i conti del rais fin dal 1983, con spostamenti di danaro all' estero
(forse in Svizzera, dove Tikriti fu, dal 1988 al 1999,
ambasciatore dell' Iraq presso l'Onu), investimenti in banche e
società, e gestione di portafogli azionari; e riportata in Iraq
al momento dell' imposizione delle sanzioni economiche contro il
Paese, in modo da permettere a Saddam di mantenere il proprio
tenore di vita nonostante l'embargo Onu.
L'ex giudice Awad Hamed al Bandar era nato nel 1945, ed era il capo del Tribunale
rivoluzionario che condannò a morte 143 abitanti di Dujail. Inizialmente al Tikriti e al Bandar
dovevano essere impiccati assieme a Saddam, ma le autorità irachene hanno poi scelto di
effettuare per prima la condanna dell'ex presidente iracheno il 30 dicembre.
Al processo per i fatti di Dujail vi erano altri cinque imputati. Fra loro l'ex vice presidente
iracheno Taha Yassin Ramadan che dovrà scontare l'ergastolo.
La scheda dei due giustiziati a Bagdad
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