Schede «scolorite» Inchiesta sul voto estero

Roma. Da oltreconfine non arrivano solo extracomunitari con il vizietto dei reati; a creare problemi sono anche i voti degli italiani all’estero. Non si è ancora placata la polemica sulle presunte irregolarità avvenute durante le elezioni del 2006 che già sorgono dubbi relativi all’ultima tornata elettorale del 13 e 14 aprile. La Procura di Roma, dopo aver ricevuto un verbale firmato dal presidente vicario della Corte di appello di Roma Claudio Fancelli, ha infatti aperto un secondo fascicolo d’inchiesta contro ignoti sui presunti brogli. Il primo era stato aperto dopo l’esposto presentato da un cittadino europeo. La maggior parte delle irregolarità, emerse all’attenzione di chi ha vagliato le schede delle circoscrizioni Europa e Sud America, riguarda la colorazione diversa di alcune centinaia di schede. Dopo le prime operazioni di spoglio, al centro di Ponte Galeria, diversi commissari avevano denunciato il fatto. Un altro presunto broglio è legato alla presenza di schede che sembrano compilate dalla stessa mano. L’entità dei dubbi non inficierà tuttavia il risultato delle elezioni. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati proclamati a Castelnuovo di Porto i 6 senatori e i 12 deputati eletti all’estero e i nomi non sono messi in dubbio da queste presunte irregolarità. L’ipotesi di reato è il turbamento del regolare svolgimento di elezioni o l’alterazione del risultato della votazione».

Lo stesso Claudio Fancelli aveva recentemente dichiarato di non essere convinto dal sistema elettorale all’estero: «Si presta a interferenze. Inoltre l’invio delle schede per posta non garantisce la segretezza del voto».

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