Schiacciati i campioni: l’Italvolley può sfatare il tabù delle Olimpiadi

Stati Uniti battuti 3-0: in semifinale la rivincita col Brasile che ci ha battuto ad Atene e Pechino

Schiacciati i campioni: l’Italvolley può sfatare il tabù delle Olimpiadi

Un giorno e mezzo a parlare. More or less. Più o meno. Questo è il segreto dell’Italvolley tornata in sé. Mauro Berruto è un educato fiu­me in piena, cioè mena sberle a de­stra e manca, difende i suoi ragazzi che neanche una mamma, però lo fa con il fioretto. Ovviamente il fio­retto della Vezzali. Per cui colpisce bene, in profondità, ripetutamen­te, fa male. Ci sta, è nelle cose, adre­nalina a mille, felicità a mille. L’America che schiaccia non ci ha schiacciato e avrebbe dovuto, era previsto, atteso, temuto. Italia-Sta­ti Uniti finisce 3 a 0 (28-26, 25-20, 25-20) e finisce che i veri uniti sia­mo noi, nel senso di loro, nel senso di capitan Savani e compagnia, tut­ti bravi e belli e buoni lui e Mastran­gelo e Lasko e Zaytsev e Birarelli e Bari e avanti così perché non sba­gliano i ragazzi, altro che batosta con la Bulgaria, altro che figuracce con l’Australia, siamo in semifina­le. «Sono fiero di tutti, ho ritrovato la mia squadra, quella che volevo, quella che ho sempre immaginato pensando a questo torneo, quella con cui ero partito, quella che in questi giorni tutti hanno criticato, quella che nel mio cuore sarebbe venuta fuori al momento giusto, ec­co la mia squadra, squadra che amo, squadra imperfetta, che va ap­pr­ezzata così perché noi ci piaccia­mo così, sappiamo emozionare e il pubblico se ne accorge» dirà d’un fiato questo ct filosofo per laurea ma Rambo per indole. Rambo feri­to dalle critiche, Rambo che ha tro­vato la soluzione: chiudersi a riccio coi suoi e«parlare,sì,abbiamo par­lato tanto e ora sono fiero, perché avevo promesso ai miei figli che avremmo combattuto per la meda­glia e così sarà».

Domani il Brasile. Obbiettivo vendicare la sconfitta, in semifina­le, a Pechino. Obiettivo «arrivare a domenica» sorriderà finalmente Berruto, concedendosi persino di essere, massì, anche filosofo: «Nel­lo sport come nella vita riesci a di­mo­strare quanto sei forte solo se es­sere forti è l’unico modo per vince­re ». Perché dentro e fuori, altro che gironi, l’unico modo per andare avanti era vincere, e così è stato. «Ci servivalapartitapercambiarelano­stra Olimpiade e l’abbiamo trova­ta » dirà capitan Savani, 14 schiac­ciate vincenti, «mi faceva male l’idea di tornare a casa senza aver fatto vedere agli italiani come sap­piamo giocare… E quando siamo così non ci spaventa nessuno, pos­siamo compiere qualsiasi impre­sa… ».

Impresa, sì, di questo si tratta. Perché gli Stati Uniti erano i favori­ti, perché erano i campioni olimpi­ci in carica, perché a Pechino ci ave­vano battuto, perché continuava­no a farlo, perché c’era tutto da per­dere e invece grandi al muro, più co­raggiosi in attacco, più solidi in dife­sa questa è stata l’Italvolley. «E pos­siamo migliorare » aggiunge Berru­to prima di togliersi un sassolino, prima di rivelare «se c’è uno dei miei per cui mi alzerei ad applaudi­re è Bari, il libero, ha giocato dopo essere stato massacrato di critiche e “Baretto”ha tirato fuori gli attribu­ti del toro. No, scrivete pure le palle del toro».Impresa,eccome,e il sor­riso liberatorio e di sfida e di sfottò di Mastrangelo parla per tutti quan­do guarda, sorride, dice «ora la ri­vincita col Brasile e... li mortacci… e adesso, dopo le critiche, adesso ovviamente chi siamo? Eh? Siamo i più forti…Ma no,tranquilli,non so­no arrabbiato per certi giudizi, sto scherzando, lo sapete…». Non scherzava. Non scherzava. Italia vincente. Italia infuriata.


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