(...) Faceva i propri bisogni sul pavimento, all'aperto, tra i vasi. I genitori la picchiavano per ogni presunta mancanza, in alcuni casi anche duramente. Dolore fisico che si sommava a quello morale. Ubbidire era l'unica azione consentita e lei, trattata più da serva che da figlia, teneva un atteggiamento di sottomissione, con capo chino e braccia lungo il corpo. La dignità di persona le era stata tolta. Giocare? Nemmeno per sogno, non era nei suoi diritti. E mentre i suoi due fratelli minori vivevano in maniera normale, a lei era vietato pure sorridere.
Qualcuno, forse un vicino, ha notato che cera qualcosa di strano. Una segnalazione anonima al Telefono Azzurro ha fatto suonare l'allarme e ha aperto la porta degli orrori. Perché quella bambina trascorreva mezza nuda ore e ore sul balcone di casa? Il Tribunale dei minori e la Procura della Repubblica di Chiavari, attraverso il pubblico ministero Gabriella Dotto, si sono attivati immediatamente. E così gli agenti del commissariato di polizia rapallese hanno scoperto una «storiaccia», come la definisce senza mezzi termini il vice questore Carlo Di Sarro. Dopo un mese di indagini, la segnalazione anonima ha preso corpo nei dettagli raccapriccianti di vita quotidiana. All'interno di quelle quattro mura, la notte era calata da tempo.
Nell'appartamento viveva una schiava moderna, i cui occhi erano spenti e increduli nel vedere e subire tanta violenza. Anche a scuola si erano insospettiti: troppe le assenze della bambina durante l'anno. Ma la madre, davanti agli insegnanti, minimizzava, allargava le braccia e scaricava tutta la colpa sulla figlioletta: «E pigra e svogliata». Gli appostamenti e l'ascolto dei vicini hanno però tolto ogni dubbio. I timori si sono materializzati e i militari, coordinati dal sostituto commissario Paola Cercignani, hanno scoperto l'amara verità. I genitori «aguzzini», entrambi 37enni, senza precedenti e da molti anni in Italia, sono stati arrestati giovedì in esecuzione di un'ordine di custodia cautelare. Lui è rinchiuso nella casa circondariale di Chiavari, la moglie nel carcere di Pontedecimo. Durissimi i reati contestati: riduzione in schiavitù e sequestro di persona. Manette ai polsi, il marito si sarebbe rivolto alla consorte, con un pizzico di consapevolezza: «Te l'avevo detto che forse la stavamo trattando un po male». Un solo attimo di lucidità, perché immediatamente sarebbe partito il solito ritornello, la parte dei genitori che non riescono a gestire il «caratteraccio» della figlia.
Ai magistrati dovranno fornire spiegazioni più convincenti. La piccola, sottratta ai genitori dai servizi sociali il giorno prima del loro arresto, era a scuola in ciabatte e pigiama, umiliata fino all'ultimo. Il fascicolo è adesso tra le mani della procura della Repubblica di Genova. Alcuni dettagli, però, sono ancora da chiarire: la disparità di trattamento con i fratelli minori, lascia infatti perplessi gli inquirenti che sono al lavoro per verificare se la bambina fosse davvero la figlia naturale di entrambi i genitori. Un movente culturale, con la bambina sottomessa solo perché donna, è poco credibile. Stando alle indagini, infatti, era la madre quella più accanita nei confronti della dodicenne. Le sue dichiarazioni, nei prossimi giorni, avranno un peso importante. Di Sarro lancia un appello alla cittadinanza che in questo caso, tramite una telefonata anonima, ha consentito di far venire a galla la brutta vicenda: «Chi riscontra situazioni anomale le segnali, soprattutto se riguardano i minori».
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