Schifani: «L’Aquila ora soffre ma ricostruiremo tutto»

FUTURO «Il Paese in questo momento è accanto a questa gente. Siamo sicuri: ce la farà»

Schifani: «L’Aquila ora soffre ma ricostruiremo tutto»

RomaÈ voluto tornare lì, tra le macerie, il presidente del Senato Renato Schifani. «Lo Stato c’è e non vi abbandona», ha voluto ripetere agli sfollati incontrati all’Aquila e a Onna, paese letteralmente raso al suolo dal sisma. Particolarmente colpito e commosso, Schifani ha ammesso che «si respira aria di solidarietà nazionale e di clima di concordia. Una stretta di mano tra maggioranza e opposizione», di buon auspicio anche per il futuro.
È arrivato presto all’Aquila la terza carica dello Stato, che ha voluto rendersi conto di persona dello stato in cui versano migliaia di persone e portare loro conforto e sostegno. Con la moglie, la signora Franca, ha visitato la grande tendopoli di piazza d’Armi sorta alle porte della città e ha poi pranzato assieme agli sfollati. Migliaia i senzatetto che gli hanno stretto la mano e lo hanno ringraziato per l’immenso e difficile lavoro che sta compiendo la Protezione civile. Assieme all’arcivescovo Giuseppe Molinari e agli uomini di Bertolaso, Schifani ha voluto rassicurare anziani, donne, uomini e bambini: «Stiamo registrando mai come in questi giorni un momento di grandissima solidarietà nazionale - ha confidato ai terremotati -. Tutte le istituzioni, tutte le forze politiche stanno dando prova di grande maturità e coesione sociale, alla quale si è sempre appellato il capo dello Stato». Tra la tendopoli e le tante storie di dolore, ha spiegato il senso della sua visita: «Sono venuto a trascorrere questa giornata, questa vigilia di Pasqua, tra le vittime di questa immensa tragedia. L’Abruzzo e L’Aquila soffrono, ma il Paese sta soffrendo insieme a tutta questa gente, è un lutto nazionale, le vittime sono vittime di un intero paese non soltanto dell’Abruzzo. Il popolo abruzzese ce la può fare e ce la farà. Ricostruiremo tutto».
Poi, lo sfogo garbato di una dottoressa volontaria che implorava di poter fare di più: «Vorremmo chiedere del riscaldamento nelle tende...». E il presidente a rassicurarla: «Faremo il massimo, terremo conto di tutto, dobbiamo installare un impianto elettrico in completa sicurezza, senza correre il rischio che poi scoppino degli incendi nella tendopoli». E poi la stretta di mano: «La ringrazio, presidente. Noi come medici stiamo facendo il minimo...». E Schifani: «No, state facendo il massimo! State facendo il massimo».
Indossato il casco rosso dei vigili del fuoco, Schifani ha poi visitato il centro storico dell’Aquila martoriato dal terremoto. È passato davanti alle rovine che una volta erano la casa dello studente, alle macerie della prefettura praticamente distrutta e infine in piazza del Duomo: una spianata deserta di polvere e detriti. Altro passaggio alla tendopoli e un abbraccio a una sopravvissuta in lacrime: «Non lasciateci soli, vi prego» e la promessa: «No, non vi lasceremo soli, l’Italia intera si sta mobilitando».
Profondamente scioccato e commosso dalla visita, Schifani ha poi ricordato di aver chiesto ai senatori di donare mille euro: «Dopo essere stato qui - ha detto - lancio un appello ai colleghi: mille euro non bastano, bisogna fare molto di più». Poi, la visita a Onna, Paese che non c’è più, sbriciolato dalla furia del sisma: «Uno scenario devastante. Ma vi prometto - ha rassicurato i terremotati - che sarà tutto ricostruito, non sarete baraccati a vita».

L’ultimo accorato appello: «Va scongiurata ogni forma di arrivo turistico, questo ora è luogo di dolore e di pericolo. Vi sarà il tempo di visitare l’Aquila una volta ricostruita». E mentre si continua a scavare, oggi arriverà nuovamente il premier. Assieme a cibo e uova di cioccolata per i bambini, 500 dei quali donati dal Papa.

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