Giuliano Razzoli terzo nello slalom di Zagabria attaccato a Jean-Baptiste Grange e Ivica Kostelic. Giuliano Razzoli, chi è costui? Provo a raccontarvelo, con una premessa: nell'ambiente era da mesi, anzi da anni, che ci si aspettava il grande exploit da questo ragazzone timido, educato, di poche parole, tifoso della Juve e appassionato di computer, cinema e libri. «È un talento, scia bene, è forte, prima o poi...», era il ritornello che girava sulle bocche dei tecnici, ma aspetta e aspetta qualcuno cominciava a perdere le speranze. Ieri a Zagabria, col suo primo vero grande, grandissimo risultato ottenuto davanti a oltre ventimila persone, Giuliano ha infine dimostrato che era giusto puntare su di lui.
Ha compiuto 24 anni il 18 dicembre e viene da Reggio Emilia (Villa Minozzo per la precisione). Viene in mente qualche altro nome di sciatore che proviene dall'Appennino? Facile ora fare paragoni con un altro emiliano, questo sì famoso, che di nome fa Alberto, di cognome Tomba, nato 18 anni, meno un giorno, prima di Razzoli e come lui rivelatosi vincendo il parallelo di Natale (la Bomba sulla montagnetta di Milano nel 1984, Razzoli l'anno scorso a Pila). Altra cosa in comune il fisico possente: Giuliano è alto 182 cm e pesa 88 chili, numeri molto simili a quelli di Alberto. E ancora: "Razzo", come tutti lo chiamano in squadra, ha potuto contare fin dagli esordi in coppa del mondo su un fan club rumoroso e onnipresente.
Un fan club che fino a ieri non aveva mai avuto grandi motivi per esultare: Giuliano infatti aveva fatto sognare in molte occasioni, ma aveva sprecato spesso, troppo spesso nella seconda manche. Perché lui non faceva mai calcoli, sapeva di poter andare forte (come in coppa Europa), ma in coppa del mondo, partendo sempre con numeri alti, riusciva a qualificarsi per la seconda manche ma poi non si accontentava e sbagliava tutto. Nel suo curriculum spiccano un 14° e due ventunesimi posti in slalom nella scorsa stagione, troppo poco per entrare nei primi 30 mondiali. E così anche ieri l'azzurro partiva indietro, col 43, ma la pista di Zagabria ha tenuto alla grande e Razzoli, come molti altri, ha potuto scendere quasi alla pari con i primi se non addirittura in condizioni migliori, perché la nebbia che aveva disturbato la gara all'inizio, si era poi diradata. Prima manche dunque e Razzoli subito grande protagonista con il settimo tempo a 97/100 da Grange. Restava la seconda con il solito incubo: ce la farà Giuliano ad arrivare? Ce la farà per una volta a far festa con i compagni? Anche ieri c'erano tutte le premesse per ripetere il bel risultato di squadra dell'Alta Badia.
Thaler e Moelgg a metà gara erano terzo e quarto, Rocca un po' più indietro, nei trenta poi c'erano anche Deville e persino Innerhofer, per la prima volta qualificato a una seconda manche di slalom. Ebbene sì, Giuliano infine ce l'ha fatta, ha messo in fila tutti i compagni (Moelgg 4°, Thaler 13° e Rocca 17°) e si è dovuto arrendere solo ai dominatori della stagione: Grange, primo a Levi e secondo in Badia, dove a vincere era stato Kostelic, ieri battuto davanti alla sua gente per l'inezia di 5/100. Razzoli non ha sprecato la grande occasione e ha sciato una seconda manche fantastica, frenata solo un po' da un piccolo errore sul muro finale, dove forse ha lasciato quei 35/100 che alla fine lo separano da Grange.
Ma cosa conta? Prima volta fra i primi dieci ed è subito podio, che per lui vuol dire
qualifica nel quartetto azzurro che parteciperà ai Mondiali di febbraio e soprattutto vuol dire salutare per sempre quei numeri oltre il 40. La carriera di Razzo è cominciata davvero ieri, in una gelida serata croata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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