La scoperta sugli Assiri: Dna di 2900 anni fa estratto dall'argilla

Un gruppo di studiosi inglesi è riuscito a estrarre Dna di quasi tremila anni fa da un mattone di argilla che ha rivelato molti particolari sul periodo in cui vissero gli Assiri: ecco di cosa si tratta

Il mattone di argilla del Museo Nazionale di Danimarca da cui sono stati ricavati i campioni. Credits: Arnold Mikkelsen e Jens Lauridsen.
Il mattone di argilla del Museo Nazionale di Danimarca da cui sono stati ricavati i campioni. Credits: Arnold Mikkelsen e Jens Lauridsen.
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Per la prima volta, alcuni ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Oxford sono riusciti a estrarre Dna antico di ben 2.900 anni fa da un mattone di argilla dal palazzo del re neo-assiro Ashurnasirpal II della città che oggi si chiama Nimrud ma il cui nome originale, che deriva dagli Assiri, è Kalhu.

L'importanza della scoperta

Questo mattone di estrema importanza è conservato al sicuro nel Museo Nazionale di Danimarca: la costruzione del pezzo argilloso risale all'incirca all'879 a.C. e si può leggere un'iscrizione in cui viene detto che si tratta di una "Proprietà del palazzo di Ashurnasirpal, re d'Assiria”, così da riuscire a collocarlo in un periodo storico ben preciso e definito che rientra nell'epoca del "Nuovo Regno o periodo Neo-assiro" che va dal 911 al 612 a.C. "Il recente sviluppo di tecniche per sequenziare il Dna antico ha fornito preziose informazioni sulle civiltà che ci hanno preceduto. Tuttavia, il pieno potenziale di questi metodi deve ancora essere realizzato", hanno spiegato i ricercatoti nell'analisi pubblicata su Nature Scientific Reports.

Il gruppo è stato guidato dalla prof. Sophie Lund Rasmussen, docente del Wildlife Conservation Research Unit: la scoperta è stata possibile grazie a un progetto di ricerca digitale che risale al 2020 dal quale sono stati estratti "34 gruppi tassonomici unici di piante", in pratica gruppi in cui rientrano categorie di essere viventi, in questo caso vegetali. Il campionamento è stato possibile perché il Dna antico è stato "efficacemente protetto dalla contaminazione all’interno di una massa di argilla", sottolineano i ricercatori, così da essere estratto intatto anche dopo quasi tremila anni. "Incoraggiamo la ricerca futura su questo argomento, poiché le prospettive scientifiche per questo approccio sono sostanziali e potrebbero portare a una comprensione più profonda delle civiltà antiche e perdute".

Nel dettaglio, le famiglie di piante con maggiori sequenze scoperte dagli studiosi riguardavano Brassicaceae (cavolo) ed Ericaceae (erica): trovate tracce anche di Betulaceae (betulla), Lauraceae (alloro), Selineae (ombrellatrici) e Triticeae (graminacee coltivate). Il team, composto da studiosi dell'Assiria oltre a genetisti e biologi ha potuto confrontare quanto è venuto alla luce con i documenti botanici moderni dell’Iraq e le antiche descrizioni di piante assire. La prof. Rasmussen, coautrice principale dello studio, ha dichiarato che si tratta di un progetto di ricerca "perfetto esempio dell'importanza della collaborazione interdisciplinare nella scienza, poiché le diverse competenze incluse in questo studio hanno fornito un approccio olistico all'indagine di questo materiale e ai risultati che ha prodotto".

Il mattone di argilla sarebbe stato raccolto vicino al fiume Tigri e miscelato con materiali quali pula, paglia o sterco di animali.

In un primo momento, uno stampo lo avrebbe modellato per poi essere inciso con caratteri cuneiformi e lasciato asciugare al sole. Il materiale genetico si sarebbe conservato così bene fino ai giorni nostri anche perché il mattone non è mai stato bruciato ma lasciato asciugare naturalmente.

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