Decisamente compatta la partecipazione allo sciopero di ieri da parte delle farmacie private di Milano aderenti a Federfarma, con il 98 per cento degli esercizi a saracinesche abbassate. I farmacisti promettono «lo stato di agitazione permanente» a partire da domani e si impegnano a raccogliere le firme per un eventuale referendum abrogativo. Paolo Gradnik, presidente dellassociazione di categoria, spiega le ragioni della protesta contro il capitolo di liberalizzazione proposto dal governo: «Lingresso sul mercato di farmacie gestite da grandi società è un rischio perché può comportare un calo dei livelli di tutela della salute. Soprattutto - aggiunge Gradnik - può causare la chiusura di molte piccole farmacie, specie nei quartieri disagiati delle città, non più in grado di reggere la concorrenza». Secondo Federfarma, invece, il ministro Pierluigi Bersani «insistendo sullobbligo della presenza del farmacista» finisce per realizzare «una liberalizzazione tagliata su misura per la grande distribuzione». Con il dubbio che «il vero obiettivo del decreto sia quello di permettere la creazione di farmacie a tuti gli effetti allinterno di pochi grandi ipermercati».
Lastensione dal lavoro ad oltranza arriva dopo la chiusura del governo alla controproposta di Ferderfarma, che aveva rilanciato la vendita di alcune tipologie di farmaci «in tutti gli esercizi commerciali laddove le farmacie non sono presenti».
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