Sciopero Giudici di pace in guerra contro Alfano

Altro che giudici di «pace». La Federmot (Federazione dei magistrati onorari di tribunale) è sul piede di guerra. E il suo nemico dichiarato è l’annunciata riforma della giustizia. «Il ddl del governo - si può leggere sul sito web dell’associazione - non soddisfa il bisogno di legalità del Paese», anzi, «rende il servizio giustizia meno efficiente». E quindi, via con la protesta, che i giudici di pace hanno approntato in modo quanto mai simbolico: per rendere l’idea della «notte della giustizia» in cui il guardasigilli Angelino Alfano vorrebbe gettare il Paese, i giudici di pace hanno annunciato che diserteranno le aule durante il giorno per lavorare durante le ore notturne. I primi a prestare il bizzarro «turno di notte» saranno le toghe onorarie in servizio al tribunale di Torino, il 25 febbraio. Un «anticipo» dei cinque giorni di astensione dalle udienze proclamati dalla stessa Federazione a partire dal primo marzo.

Una «campagna» antigovernativa a spron battuto, quella messa in campo dai magistrati non professionali, che del resto non lesinano enfasi nel demolire la proposta del governo: «La riforma - si legge ancora - fa indietreggiare la storia di secoli e rinuncia alle conquiste sociali della civiltà moderna, quando persiste nel negare una retribuzione all’attività più pregnante dei giudici, la redazione delle sentenze, e una retribuzione adeguata a pubblici ministeri chiamati a difendere le ragioni delle vittime dei reati in udienza».

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