Palazzo Grimaldi della Meridiana, costruito tra il 1541 e il 1545, è una delle tante meraviglie che custodisce Genova. Affacciato su Piazza della Meridiana, lo splendido edificio cinquecentesco aveva il suo ingresso principale in Salita San Francesco: da qui ancora oggi si accede all'atrio, originariamente un ampio cortile, e al colonnato, da cui uno scalone di marmo conduce al piano nobile. Un reticolo di stanze, con i pavimenti di graniglia tipicamente genovese impastata con il corallo, con i soffitti decorati finemente, con i caminetti di marmo e con quel magnifico salone affrescato da Luca Cambiaso: «Ulisse che saetta i proci» occupa l'intero soffitto, restaurato con cura dopo un parziale cedimento.
Un patrimonio inestimabile, ancora in fase di restauro ma che a giorni sarà aperto ai genovesi: sabato 27 marzo (pomeriggio) e domenica 28 (tutto il giorno) il palazzo sarà visitabile, nell'ambito delle Giornate della Primavera del Fai. A spalancare le porte del palazzo saranno Davide Viziano - presidente di Palazzo Meridiana s.r.l. gruppo Viziano - e Giorgio Rossini, soprintendente per i beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria; che sono poi i grandi protagonisti della «rinascita» di questo antico e prezioso palazzo, finalmente uscito dall'oblio in cui versava da troppo tempo.
«Il lavoro di restauro è stato particolarmente complesso e faticoso - ha dichiarato Viziano - e si è svolto in strettissima collaborazione con la Soprintendenza, da cui abbiamo avuto contributi propositivi, intelligenti ed assolutamente in linea con il nostro obiettivo di effettuare un restauro conservativo di alta qualità». E in effetti la cura estrema con cui sono stati condotti i lavori ha permesso di portare alla luce opere d'arte di immenso valore, tra cui affreschi coperti da mani posticce di colore e una statua di San Michele Arcangelo databile intorno al 1400, probabilmente proveniente dalla chiesa di S. Francesco in Castelletto. Sono state ripristinate, nel colonnato, anche le decorazioni successive, come i fregi novecenteschi di Gino Coppedè, ed è ritornata al suo splendore originario la grande vetrata con decorazioni floreali. Il palazzo, infatti, ha una storia assai complessa e si possono riconoscere interventi architettonici differenti, che si sono succeduti nel tempo. Basti pensare che nel secolo scorso il colonnato fu adibito addirittura a zona uffici di una compagnia di navigazione.
Alla fine del 2010, il cantiere verrà tolto definitivamente e il palazzo della Meridiana tornerà a campeggiare sulla piazza omonima, con il suo orologio solare dipinto sulla facciata, che risale alla fine del cinquecento e che è il vezzo caratteristico che gli dà il nome.
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