Il Papa ha ricevuto ieri mattina il cardinale Angelo Scola, il nuovo arcivescovo di Milano. Il porporato, nominato da Benedetto XVI il 28 giugno scorso e che sinsedierà ufficialmente nella diocesi ambrosiana il 25 settembre prossimo, dopo lincontro con Benedetto XVI ha rilasciato unintervista alla Radio Vaticana in cui sottolinea il ruolo fondamentale di Milano nel portar fuori lItalia dalla crisi, paragonata a «un male oscuro» da cui si può guarire: «Milano sicuramente, è sotto gli occhi di tutti, per quanto riguarda il nostro Paese, ha un compito capitale insostituibile in questa direzione».
Il cardinale Scola sottolinea in particolare il ruolo centrale della famiglia e della società civile: «In questo Paese bisogna ritornare alluomo e alle relazioni originarie e costitutive che ogni uomo vive, a partire da quelle fondamentali legate alla famiglia». E ancora: «Bisogna far riferimento a una società civile, come la nostra, che è la più ricca dEuropa, piena di risorse, piena di gente che si mette in gioco tutti i giorni col lavoro, con la famiglia, e far leva sui fermenti associativi che vivono in questa società per ridare un volto al Paese». Con un invito alla classe politica a non essere per così dire invadente: «La politica e le istituzioni debbono servire a governare questa ricchezza senza pretendere di gestirla direttamente: tutta la politica deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità». Uniniezione dottimismo: «Sono convinto che se si sceglierà questa strada, di relazioni buone e di pratiche virtuose, lItalia, insieme a tutti gli altri Paesi europei del mondo, uscirà dal male oscuro di questa crisi». In questo il ruolo di Milano è fondamentale.
Scola ha ricordato la recente esperienza estiva alla Gmg di Madrid e ha molto insistito sulla necessità di far largo alle giovani generazioni: «Credo che tutti questi ragazzi abbiano già in sé la risorsa per affrontare questo periodo che per loro è delicatissimo. Ho scritto mesi fa che oggi la questione giovanile è la vera questione sociale. Io credo, però, che se gli adulti sapranno rinunciare a qualcosa e fare un passo indietro, questi giovani sono già protagonisti del futuro».
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