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(S)consigli per maestrini distratti

Cosa dovrebbero sfogliare Scalfari, Ezio Mauro, Moccia e Saviano? Ve lo diciamo noi. Al Fondatore piacerà Io sono Dio, al napoletano un romanzo sugli autori narcisisti

(S)consigli per maestrini distratti

Se non si legge, la vita non ha senso. Ma se si legge male può averne ancora meno. Troppi libri, peraltro, confondono le idee. Ecco perché può essere utile qualche consiglio di lettura, scegliendo fra le ultime uscite, proprio a quella pretenziosa categoria di persone che di per sé ne avrebbe meno bisogno di tutti. Gli intellettuali. Ma anche i politici.

A Eugenio Scalfari, il Fondatore, consigliamo il nuovo libro di Giorgio Faletti, Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai), storia di un morboso killer seriale - convinto di essere Dio - il quale sceglie le sue vittime seguendo il cieco impulso di una vendetta che trova le sue ragioni in un oscuro passato. Perché, come dice il protagonista alla sua vittima e come pensa tutti i giorni Scalfari di Berlusconi, «Le guerre finiscono. L’odio dura per sempre».

A Ezio Mauro, indegnamente succeduto al Fondatore che scrisse La sera andavamo in via Veneto, consigliamo, si parva licet, Al bistrot dopo mezzanotte (Adelphi), la raccolta dei feuilleton scritti da Joseph Roth nella Parigi degli anni Venti fra bevute di acquavite, suonatori cosacchi di nostalgiche balalaiche e ossessioni per femmine nude nei «luoghi di perdizione più ameni del mondo». Perché, come scrive Roth, «Chi non è mai stato a Parigi è solo un mezzo uomo». Anche chi non è mai stato a Villa Certosa.

A Massimo Giannini, indegno vicedirettore del direttore indegnamente succeduto al Fondatore, uno che da due mesi che è in carica ha già scritto che Smirne è in Grecia, l’imperatore che nominò senatore il suo cavallo è Caligola e l’autore de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde è Edgar Allan Poe, consigliamo di non leggere nulla, che è uguale.

Ai colleghi giornalisti della Repubblica e del Riformista, da mesi in fregola profonda, consigliamo l’edizione critica delle lezioni che Michel Foucault tenne al Collège de France negli anni 1974-75, dal titolo Gli anormali (Feltrinelli), nelle quali il filosofo francese definisce le tre figure principali dell’anormalità: il mostro umano, l’individuo da correggere, l’onanista. Il più pericoloso, per al cronaca, è l’onanista.

A Magdi Cristiano Allam, giornalista noto per la fedeltà professionale e uomo conosciuto per la fede granitica, consigliamo la nuova riedizione di Sei sicuro di non essere buddhista? (Feltrinelli) di Khyentse Norbu, un’agile guida spirituale che insegna come una coerente scelta buddhista sia possibile anche dentro la quotidianità occidentale. Magari per scoprirsi buddhisti prima di fare esplicita professione di fede. Quale che sia.

A Federico Moccia, uno che ormai ci ha abbondantemente fracassato i lucchetti, consigliamo di rileggersi il suo Scusa ma ti voglio sposare (Rizzoli), così la prossima volta ci pensa due volte prima di pubblicare una cazzata del genere.

A Roberto Saviano e al suo arrangiatore Roberto Santachiara, consigliamo di leggere i saggi di Danilo Kis Homo poeticus (Adelphi). Una cosa che parla dello scrivere per vanità.

A Romano Luperini, il critico secondo il quale chi contesta Roberto Saviano è un provinciale e un berlusconiano, consigliamo di leggere l’opera omnia del filosofo mistico Teodorico Moretti-Costanzi appena pubblicata da Bompiani: sono 3.168 pagine, più 124 di introduzione. Così per un po’ sta impegnato in qualcosa di davvero serio.
A Margherita Agnelli de Pahlen, in lite economico-ereditaria con mamma Marella, consigliamo una vera chicca, L’arte di essere povero, del conte caduto in disgrazia Boniface de Castellane (Excelsior 1881). Così... giusto per iniziare ad abituarsi.

A Piergiorgio Odifreddi consigliamo l’ultima enciclica di papa Ratzinger, Caritas in veritate (Libreria Vaticana). Se non la capisce può telefonare a Corrado Augias, che gliela spiega lui.

A Giorgio Bocca consigliamo Il revisionista di Giampaolo Pansa (Rizzoli). Così se la rosica un po’.

Ad Antonio Scurati, consigliamo Mia sorella è una foca monaca di Christian Frascella (Fazi), un romanzetto sui perdenti di talento.

A Massimo D’Alema consigliamo Donato Carisi, Il suggeritore (Longanesi). Perché? Non si sa.

Ad Antonio Di Pietro e Beppe Grillo consigliamo l’ultimo di John Grisham, Il ricatto (Mondadori). Perché? Lo sanno loro.

A Fabrizio Corona e Belén Rodriguez consigliamo il dialogo tra il cardinal Carlo Maria Martini e don Luigi Verzé Siamo tutti nella stessa barca (Ed. San Raffaele), un breviario di riflessione sui temi che entrano nell’esistenza di ogni uomo attento alle esigenze di una vita pienamente vissuta.

Un’opera dove la conversazione spazia dalla coscienza individuale ai rapporti tra le confessioni cristiane, dal mistero della sofferenza alle questioni della scienza. Un libro che risponde a molte domande e altre ne pone sulle grandi istanze che caratterizzano l’inizio di questo terzo millennio. Temi ai quali, secondo noi, Belén comunque è interessata. Forse.

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