SCONSIGLIO DELLA SETTIMANA L’irriconoscibile Bruce Willis vacilla nella Città del peccato

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Era uno degli eventi del Festival di Cannes Sin City («La città del peccato») di Robert Rodriguez e Frank Miller, più Quentin Tarantino, citato come regista col nome bello grosso per aver girato una-scena-una! Ma la sua presenza non è un’operazione di richiamo per il grosso pubblico, come quella andata mesi fa a vantaggio di un magnifico film di Zhang Yimou. Qui siamo altrove.
Dai volumi di fumetti di Miller non esce un film: solo un susseguirsi d’immagini suggestive: due ore in bianco e nero, che addolora vedere così sprecato per un videogioco da sala cinematografica. Quasi sempre gli attori hanno recitato soli, dovendo comportarsi come se avessero avuto intorno quel che il computer avrebbe aggiunto. Difficile farlo per un attore vero, figurarsi per (ex) giovanotti, nominati attori al merito estetico, però qui tutti sfigurati!
Si annuncia comunque un seguito. La logica del «basta che renda» soddisfa sempre i contabili, ma delude molti altri. Gli incassi negli Stati Uniti, dove il film è uscito tre mesi fa, non sono stati alti. Sono le spese a essere state basse.
A parte il declinante Bruce Willis, Rodriguez ha evitato i divi, limitandosi agli ex, come Mickey Rourke, e ai quasi divi, come Benicio Del Toro e Elijah Wood. Gente nota più che famosa, ma anche chi li conosce stenterà a riconoscerli.

Willis e Del Toro a parte, gli altri sono irriconoscibili: sono fattezze e voci nell’originale; pure fattezze dove il film esce doppiato, come da noi. Restate a casa.

SIN CITY di Robert Rodriguez, Frank Miller e Quentin Tarantino (Usa, 2004), con Bruce Willis, Mickey Rourke. 125 minuti

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