Sconti di pena per la fine del Ramadan: liberi due terroristi della strage di Bali

I militanti islamici erano stati condannati a cinque anni di reclusione per aver offerto un nascondiglio agli ideatori dell’attentato

da Giacarta

Due militanti islamici in carcere per l'attentato di Bali del 2002, che provocò la morte di 202 persone, sono stati liberati ieri in Indonesia, mentre ad altri nove è stata ridotta la pena. Il provvedimento è stato adottato dal governo per celebrare la fine del Ramadan.
L'Indonesia per tradizione in occasione di questa festività riduce le pene dei condannati che hanno mostrato buona condotta, di solito per un certo numero di mesi. Il ministero della Giustizia di Giacarta ha precisato che questa volta l'intervento ha coinvolto oltre 43mila condannati. Ma la decisione, in particolare, sul destino dei responsabili dell'attentato del 12 ottobre 2002 è destinata a provocare l'indignazione dei Paesi di origine delle vittime degli attentati, avvenuti in due affollati locali notturni.
I due militanti appena scarcerati sono Mujarod bin Salim e Sirojul Munir, condannati a cinque anni per aver nascosto due delle «menti» degli attacchi kamikaze. La loro pena, a dire il vero, è stata ridotta di appena 45 giorni. In tutto, in relazione a quella strage così sanguinosa, sono state imputate, e poi condannate, 33 persone, la maggior parte dei quali appartenevano al gruppo di estremisti Jemaah Islamiyah, considerata un'affiliazione regionale di Al Qaida. A tre di loro - Amrozi, Ali Gufron e Imam Samudra - è stata inflitta la condanna a morte (ancora non eseguita); ad altri tre, la pena dell'ergastolo, che - in base alla legge indonesiana - non può prevedere alcuna riduzione di pena.


Bin Salim è uscito dalla principale prigione dell'isola di Bali ieri pomeriggio, come ha raccontato una delle guardie carcerarie, e Munir ha lasciato il carcere della località di Balikpapan qualche ora dopo. «Sono felice di poter tornare a passare del tempo con la mia famiglia» ha commentato Munir, ribadendo la sua estraneità ai fatti.

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