Scontri, arresti e feriti Tornano a bruciare le periferie di Parigi

Seconda notte di battaglia con auto in fiamme e barricate. Fermato il protagonista dell’episodio che diede il via alle rivolte di quest’autunno

Alberto Toscano

da Parigi

È riesplosa come una fiammata la rivolta nella banlieue di Parigi, che fu teatro lo scorso autunno di un’autentica guerriglia urbana, con migliaia e migliaia di auto bruciate nottetempo, con centinaia di arresti, con decine di feriti e anche con due vittime (tra cui un anziano che ha cercato disperatamente di evitare l'incendio, da parte dei teppisti, della propria vettura in sosta nella strada di una borgata popolare). Ieri ci sono stati momenti di estrema tensione a Clichy-sous-Bois, la località della cintura parigina in cui avvenne a fine ottobre il drammatico incidente all’origine della rivolta: due giovani - credendosi ricercati dalla polizia - morirono per essersi rifugiati in una centralina dell'elettricità. Un terzo fu gravemente ferito. Ieri proprio quest’ultimo, il diciottenne Muhittin Altun, è stato fermato dagli agenti per aver partecipato all’ondata di violenza di questi ultimi due giorni. L’hanno colto in flagrante e stavolta potrà difficilmente presentarsi come una «vittima della polizia», cosa che aveva invece fatto l’autunno scorso.
La nuova ondata di violenze nella periferia settentrionale e occidentale di Parigi è stata provocata da un incidente svoltosi nel pomeriggio del 29 maggio. Alcuni poliziotti hanno accompagnato al proprio domicilio a Montfermeil, località ad altissima presenza di immigrati magrebini e africani, un giovane di colore che era stato oggetto di un provvedimento di fermo per furto. Trattandosi di un minorenne, gli agenti - che disponevano di mandato di perquisizione - lo avevano accompagnato al proprio domicilio dopo aver informato il magistrato competente. Scopo dell’iniziativa era evidentemente quello di verificare l'esistenza o meno del bottino a casa della persona sospettata d’avere commesso un furto. L'arrivo degli agenti ha provocato scene di rivolta: un poliziotto ha ricevuto un pugno in faccia da uno dei fratelli della persona fermata e la loro madre - una donna originaria del Mali - ha inveito violentemente contro gli agenti, coprendoli d'insulti. Mentre il fratello del fermato riusciva a fuggire, dando l’allarme tra i giovani della borgata, la donna è stata caricata su un furgone cellulare.
A quel punto una piccola folla ha tentato l’attacco agli agenti, che sono stati anche bombardati da proiettili lanciati dai palazzi circostanti. I rinforzi sono immediatamente giunti sul luogo degli scontri e la polizia ha dovuto fare ampio ricorso ai proiettili lacrimogeni e alle pallottole di gomma per respingere gli assalitori. Nelle notti seguenti sono ripresi in questa parte della cintura urbana parigina - soprattutto nel dipartimento della Seine Saint Denis - gli episodi di violenza che avevano caratterizzato la rivolta dell’autunno 2005: cassonetti delle immondizie sono stati dati alle fiamme e barricate sono sorte nelle strade attorno alle borgate più «calde». Decine di auto in sosta sono state incendiate.
Ieri il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy, che è sempre stato favorevole alla «linea dura» nei confronti delle bande di teppisti che terrorizzano le periferie urbane, è andato a visitare i sei agenti feriti e il loro commissariato, nei pressi della capitale francese.

Sarkozy, che sarà probabilmente candidato del centrodestra alle presidenziali del 2007, ha colto l'occasione per rilanciare una sua vecchia idea: bisogna rendere più rigorosa la legislazione francese nei confronti dei minori, che oggi possono colpire liberamente e riescono spessissimo a tornare in libertà dopo avere commesso reati anche molto gravi. Le proposte di Sarkozy non sono piaciute all’opposizione di sinistra, che lo ha accusato di «farsi campagna elettorale sulle spalle delle periferie urbane». Insomma, la tensione è davvero riesplosa.

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