Scontri in Buenos Aires Il pm: «Sì ai domiciliari»

«Il mio parere favorevole agli arresti domiciliari - ha detto Basilone - è un appello alle famiglie, visto che molti avvocati l’hanno posta sul piano politico, cercando di giustificare a tutti i costi gli atti vandalici perché contro una manifestazione fascista». «Secondo me - ha aggiunto - il punto è che questi ragazzi vanno recuperati e mi auguro che le famiglie abbiano capito che sono stati compiuti degli errori e che lo facciano capire ai loro figli».
Mercoledì, dopo oltre quattro mesi di reclusione, i 27 imputati (due sono indagati a piede libero) conosceranno dunque la decisione del giudice, chiamato a valutare le responsabilità morali e materiali attribuite loro dal pm dopo gli scontri di piazza. Le accuse, a vario titolo, sono di devastazione, incendio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni. Nei loro confronti, Basilone ha chiesto pene che vanno dai 5 anni e 8 mesi a 6 anni di carcere. Altri due imputati, invece, hanno chiesto di patteggiare.


I familiari degli arrestati, intanto, hanno fatto sapere di avere «un appello firmato da 620 tra senatori e deputati e il nuovo appello del comitato “Mai più un 11 marzo”. Oggi (ieri, ndr) portiamo tutte queste firme ai giudici». E annunciano, per lunedì, «una conferenza stampa a cui parteciperanno diversi rappresentanti politici».
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