Scontri al confine dell’Afghanistan È crisi tra gli Stati Uniti e il Pakistan

Washington si scusa: «È stato un errore». Convocati gli ambasciatori

da Islamabad

Il raid aereo statunitense che ha causato la morte di 11 soldati pachistani al confine con l’Afghanistan ha aperto una crisi profonda, la prima, tra Washington e il governo del premier Yusuf Raza Gilani, che,nonostante le scuse ufficiali, ha convocato l’ambasciatore americano ad Islamabad, Anne Patterson.
Gli Usa hanno riconosciuto, in un comunicato, di aver compiuto raid aerei nel nord-ovest del Pakistan, specificando che si trattava di operazioni contro i talebani, di cui l’esercito pachistano era stato preventivamente informato. Il raid è stato condotto dagli americani dopo che militari statunitensi in Afghanistan erano stati bersagliati da colpi d’arma da fuoco provenienti dal Pakistan. Ma gli aerei, invece di militanti filotalebani, hanno colpito una postazione delle guardie di frontiera pachistane.
Islamabad ha condannato l’azione bollandola come «inaccettabile» e un «vile» attacco, che rappresenta «una grossa violazione dei confini fra Pakistan e Afghanistan», e che «costituisce una vistosa negazione dei grandi sacrifici che il Pakistan ha fatto per combattere contro il terrorismo», si legge in una nota del ministero degli Esteri.


Da parte loro gli Usa hanno espresso rincrescimento per il raid aereo: «È stato un increscioso incidente. Siamo addolorati per la perdita di vite fra i soldati pachistani, che sono nostri partner nella lotta al terrorismo» ha detto uno dei portavoce del dipartimento di Stato, Gonzalo Gallegos.

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