Gli scontri continuano A Bengasi resta una trentina di italiani

Tripoli. Anche ieri disordini e saccheggi a Bengasi, mentre l'ambasciata italiana a Tripoli si sta occupando di portare nella capitale libica gli italiani residenti nel capoluogo della Cirenaica che hanno accolto l'invito ad allontanarsi temporaneamente dalle loro case. Gli scontri tra gruppetti di manifestanti e polizia sono proseguiti ieri per tutto il giorno, con momenti di calma prima della preghiera delle 18, e una ripresa delle violenze all'uscita dalle moschee. Le informazioni sono comunque frammentarie e confuse e anche sui danni al consolato generale di Bengasi dopo l'attacco di venerdì scorso e il saccheggio di ieri non è stato ancora possibile fare un bilancio preciso. «Gli scontri sono ancora in corso, sono stati attaccati edifici pubblici nel centro di Bengasi», spiegavano ieri alla missione diplomatica. E Matteo Scarabelli, il trentatreenne milanese che da settembre, in veste di «ambasciatore» della Regione Lazio sta facendo il giro del Mediterraneo in bicicletta e che da domenica si trova a Bengasi, ha detto che «la città è completamente militarizzata dopo che nella notte sono state assalite due caserme, rubate armi e bruciata una banca».
Il bilancio dei disordini di venerdì scorso, intanto, si fa più preciso. Secondo le autorità libiche i morti sarebbero undici mentre i feriti sarebbero sessantanove, dei quali ventisette in gravi condizioni. Quanto agli occidentali, domenica era arrivato a Tripoli un primo gruppo di otto persone, ieri è giunta nella capitale libica una ventina di nostri connazionali tra cui alcune suore, e altri arrivi sono previsti per oggi, mentre a Bengasi è rimasta una trentina di italiani per lo più sposati a libici e quindi ben integrati nella società locale. Al termine dell'operazione, ha reso noto il nostro ministero degli Esteri, saranno trasferite circa 40 persone: oltre al personale del consolato e ai loro familiari, operatori delle imprese che operano nell'area e religiosi, compresi anche alcuni stranieri di nazionalità non italiana. «Stiamo agendo con il pieno sostegno delle autorità libiche e le operazioni si stanno svolgendo nel migliore di modi», hanno spiegato all’ambasciata.

La missione diplomatica italiana precisa che a Tripoli la situazione è «totalmente calma» ma la Farnesina sul sito www.viaggiaresicuri.mae.aci.it sconsiglia i viaggi in Cirenaica» e si avverte «che sono stati segnalati in aumento aggressioni e furti contro stranieri in tutto il Paese».

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