Vicenza - Verranno denunciati i manifestanti che ieri si sono resi protagonisti di disordini al corteo dei "No Dal Molin" a Vicenza. Lo ha detto il Questore di Vicenza, Giovanni Sarlo. "Durante la manifestazione - ha ricordato Sarlo, che oggi ha fatto il punto su quanto avvenuto ieri - non abbiamo ritenuto di effettuare arresti o fermi, ma ora vaglieremo un ingentissimo quantitativo di materiale, tra filmati e foto, e poi procederemo. Durante gli incidenti sono stati commessi reati, tra cui quelli di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e incendio doloso, ma è un reato anche indossare caschi o maschere antigas durante un corteo". Secondo il Questore - che ha indicato in non "più di 3.000-3.500" i partecipanti al corteo - "esisteva una pre-organizzazione per aggredire la base militare o in alternativa quella di cercare lo scontro con i carabinieri e i poliziotti che erano in strada. Noi ci siamo limitati a difenderci, utilizzando alcune decine di uomini, solo per disperdere i facinorosi. Non ci risulta che vi siano contusi o feriti tra i civili". "La verità è che a Vicenza per la prima volta - ha aggiunto - a una manifestazione del 'No Dal Molin' si sono viste persone bendate o con addossi i caschi, o in mano pannelli di plexigas. Sono stati utilizzati anche sei estintori, dei quali uno è stato lanciato, come si è visto in un filmato, contro le forze dell'ordine. Sono stati lanciati anche tre grossi petardi, che per la consistenza si possono definire bombe carta. Inoltre va ricordato che la manifestazione era collegata anche al G8 non solo alla base americana". "Oltre al sequestro della Digos di 600 tra biglie e bulloni e 30 maschere antigas effettuato a Padova in alcune macchine dirette a Vicenza, ieri i nostri uomini - ha reso noto - hanno rinvenuto in un prato adiacente un distributore in viale dal Verme (l'ultima arteria percorsa dal corteo) venti sbarre di ferro".
Nessun accordo "Con gli organizzatori del 'Dal Molin' non era stato preso nessun tipo di accordo": lo ha precisato il Questore di Vicenza, Giovanni Sarlo, in relazione ad alcune dichiarazioni fatte ieri da alcuni esponenti del presidio. "Escludo nella maniera più assoluta qualsiasi accordo - ha aggiunto - soprattutto sul fatto che gli agenti non fossero presenti ai bordi della strada". "Già nelle settimane precedenti la manifestazione - ha detto - avevamo rilevato la presenza di 'disobbedienti' provenienti da Padova e Venezia, oltre che esponenti del comitato vicentino, che effettuavano sopralluoghi all'esterno della rete base militare e vicino all'argine del fiume, dove poi siamo stati attaccati. L'argine non è una strada pubblica, ma di proprietà del Demanio e per buona parte rappresenta l'ultimo ostacolo prima dell'area del Dal Molin". "All'inizio - ha aggiunto Sarlo, ricostruendo quanto avvenuto ieri al corteo - c'era il solito gruppo variopinto con donne e attivisti, poi all'improvviso in prima linea sono arrivate persone mascherate e con vari oggetti in mano che poi sono stati lanciati. Le aggressioni sono state due, una in via degli Aeroporti e l'altra all'argine del fiume, ma non ci siamo fatti sorprendere".
"La mediazione è stata lunga - ha concluso - ma su due cose siamo stati irremovibili: sul fatto che alla testa del corteo tornassero i manifestanti tranquilli e sulla presenza di nostri uomini ai lati della strada percorsa dal corteo. In caso contrario per noi il corteo si sarebbe bloccato al ponte Marchese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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