Enrico Lagattolla
A parità di controlli, aumentano le violazioni. E, terreno «fertile», sono ristoranti, pizzerie, birrerie e panetterie. In estrema sintesi, è questo il quadro che emerge dai rilievi effettuati nei primi dieci mesi dellanno dalla Guardia di finanza sugli esercizi commerciali di Milano e provincia. Rispetto al 2005, il numero dei commercianti sanzionati per non aver rilasciato scontrini e ricevute fiscali è cresciuto. E in maniera sensibile.
Verifiche e rilievi
Il primo dato a colpire è che solo da gennaio a ottobre di questanno il numero delle sanzioni comminate dalle Fiamme gialle risulta superiore al totale dello scorso anno. Nel 2005, infatti, a fronte di 11.552 controlli effettuati nei confronti di esercenti erano state rilevate 795 infrazioni, di cui 789 per mancato rilascio di scontrini e ricevute, 5 per il corrispettivo inferiore segnalato, 8 per altre violazioni. Nei primi dieci mesi di questanno, invece, dalle 9.693 verifiche sono già state rilevate 972 irregolarità. Nella quasi totalità dei casi (967), i commercianti sono stati multati per non aver rilasciato alcuna ricevuta, una sola volta per aver «battuto» una cifra inferiore a quella effettivamente pagata dal cliente, mentre 5 sono i casi di violazioni di altro genere.
La «top ten»
Dal «report» del Comando provinciale della guardia di finanza è possibile stilare una classifica delle categorie commerciali che - in base ai controlli - si sono dimostrate più «inclini» alle infrazioni. Il primato va a ristoranti, pizzerie e birrerie. Nelle 107 verifiche effettuate dalle Fiamme gialle, infatti, sono state riscontrate 22 violazioni. Lincidenza è la più elevata: 20,5 per cento. Al secondo posto, il commercio al dettaglio ambulante di alimentari e bevande, con 203 controlli e 38 infrazioni contestate (18,7%). Al terzo, le panetterie. Dalle 260 «visite» della Gdf, infatti, sono emerse 34 violazioni (13%). A seguire, i negozi al dettaglio di frutta e verdura (14 violazioni su 115 controlli, 12.2%), i bar e i caffè (19 su 157, 12.1%), le cartolerie (15 su 177, 8.4%), i negozi di abbigliamento (34 su 411, 8.2%), le farmacie (8 su 148, 5.4%), le profumerie (7 su 130, 5.3%), i negozi di calzature e accessori (5 su 120, 4.1%). Migliori, tra i «peggiori», le autofficine. Solo in 5 casi su 122 verifiche sono state rilevate delle violazioni (4%).
Le indagini
Difficile stabilire se lincremento delle infrazioni registrato nei primi dieci mesi del 2006 sia dovuto più alla maggiore «indisciplina» dei commercianti che allefficacia delle verifiche della Guardia di finanza. «Di certo - precisa il tenente colonnello Fabrizio Rella, capoufficio operazioni del comando provinciale di Milano - le tecniche si affinano con lesperienza. Ci basiamo principalmente su analisi di rischio, ma interveniamo anche in seguito alle segnalazioni che arrivano al 117, e agli esposti presentati al Comando». Un particolare: gran parte delle violazioni vengono rilevate nel capoluogo lombardo. «Perché i contribuenti a rischio - spiega ancora Rella - a Milano sono di più, vengono meglio selezionati ed è più facile individuarli».
I clienti
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