Scontro Casini critica la sanità lombarda, la Lega: «Si dimetta l’assessore dell’Udc»

Sono ormai incandescenti i rapporti tra Lega Nord e Udc. L’ultima scintilla polemica è stata innescata da una dichiarazione di Pier Ferdinando Casini, ieri a Milano: «C’è troppa politica nella sanità - ha detto il leader dell’Udc - questo vale per il Mezzogiorno ma diciamo la verità, vale anche in Lombardia». Ha subito replicato la Lega - partito che ha più volte manifestato l’intenzione di rompere l’alleanza con gli ex dc per andare alle elezioni di marzo in un asse esclusivo con il Pdl. Il capogruppo leghista in Consiglio regionale, Stefano Galli, ha subito chiesto le dimissioni dell’esponente udc in giunta, Mario Scotti, assessore alla Casa: «Se l’assessore Scotti non è in grado di smentire Casini - ha detto Galli - non gli rimane che rassegnare le dimissioni». Galli è andato oltre annunciando una mozione di censura dell’assessore nel caso in cui non si dimettesse: «E Formigoni ne dovrà prendere atto».
Intanto l’Udc non ha ancora deciso se correre sola o con il centrodestra. Lo ha confermato lo stesso Casini: «In Lombardia aspettiamo un minuto, anche perché credo che ci sia ancora bisogno di fare alcuni approfondimenti». Casini ha comunque ribadito l’indisponibilità del suo partito a entrare in una coalizione con una posizione che non sia di pari dignità col Carroccio: «Certamente non saremo subalterni alla Lega. Se anche in questa regione chi mena le danze sono loro noi non saremo della partita», ha detto.

Una posizione condivisa da Gianmarco Quadrini, capogruppo in consiglio regionale. «Prima di rispondere con chi siamo - aveva messo le mani avanti il segretario regionale Luigi Baruffi - dobbiamo capire chi siamo. Il 28 marzo dovrà dimostrare un fatto importante: la fine del bipolarismo».

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