Cultura e Spettacoli

Scontro sullo share del Tg1 tra Minzolini e il consigliere Rizzo Nervo

Il membro del Cda Rai: «Perde ascolti, non è più il tg di riferimento di tutti gli italiani». Il direttore: «Non sa leggere i dati con me invertita tendenza, curva ascolti positiva»

Botta e risposta tra il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il consigliere Rai, in quota centrosinistra Nino Rizzo nervo. Il membro del Cda commenta così i dati sugli ascolti dei tg Rai: «Il Tg1 non è più il tg di riferimento di tutti gli italiani». E Minzolini passa al contrattacco: «È in atto una campagna denigratoria da parte di Nino Rizzo Nervo, che parla male dell'azienda Rai, quella cioè che gli paga lo stipendio. E non sa neppure leggere i dati. Io ho contenuto il calo di ascolti proveniente dalla gestione Riotta, pagando il prezzo dello switch off e in presenza dell'aumento dei canali del digitale terrestre. Nonostante tutto, ho avviato un circolo virtuoso aumentando la distanza in termini di ascolto con il Tg5»: Augusto Minzolini, direttore del Tg1, ribatte con queste parole all'articolo di Repubblica che parla di un pesante calo di ascolti per il suo telegiornale. Minzolini invita a rileggere le cifre pubblicate dallo stesso quotidiano di Largo Fochetti. E a Pancho Pardi, che lo ha invitato a dimettersi, dice: «Mi dicono che fa il professore. Ma spero non insegni statistica o matematica, perchè mi dispiacerebbe molto per i suoi studenti». Gianni Riotta nel 2006-2007 ha ottenuto il 32,79% di ascolti per il Tg1; nel 2007-2008 il 31,69%; nel 2008-2009 (Riotta-Giubilo) il 29,64%. Minzolini fa notare che ha perso prima l'1,1% e poi il 2,1%: in tutto il 3,2%. L'attuale direzione del Tg1 ha invece perso l'1,5%. «Dunque - insiste il direttore del Tg1 - abbiamo invertito la tendenza, recuperando decisamente e, fatto importante rispetto alla gestione Riotta, abbiamo dovuto scontare un calo di ascolti dovuto allo switch off e alla proliferazione dei canali del digitale terrestre, cresciuti nel primo trimestre di quest'anno del 3,5%. La curva del Tg1 è dunque positiva e virtuosa, come dimostrano anche i dati di ascolto ottenuti nel confronto con il Tg5. Il divario è infatti cresciuto, passando dal 3,85% dei primi sei mesi della mia direzione, al 4,23% degli ultimi tre mesi.

Si allarga progressivamente la forbice con il nostro principale competitore».

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