E poi dicono tanto dei genovesi e delle loro manie! Dicono che risparmiano su tutto, che sono sparagnini, che non sprecano neanche le parole, figuriamoci i soldi. E che se possono - i soliti luoghi comuni... - usano le cose degli altri per non consumare le proprie. Può darsi, ma cè chi riesce a far meglio. Ad esempio, certi abitanti di Molare, nellAlessandrino. Tanto che il sindaco della cittadina nota per il «polentone» e i superbi vitigni di Dolcetto, è stato costretto a una misura drastica: attaccare a una catena, dotata di gancio antifurto a moneta, la scopa e l'innaffiatoio messi a disposizione di quanti si recano al cimitero locale.
Lobiettivo è impedire che qualche smemorato - parecchi, sembra - usufruisca degli attrezzi e poi, involontariamente, si dimentichi di riportarli al loro posto.
È comprensibile, certo, che una volta lasciato il camposanto e ancora in preda alla commozione qualcuno si ritrovi fra le mani scopa e innaffiatoio e non se la senta di tornare in mezzo alle tombe per restituirli. Ma altrettanto comprensibile è che le casse del Comune non siano sottoposte a periodici salassi per lacquisto di attrezzature concesse ad uso pubblico.
Sia come sia, per stroncare landazzo lamministrazione comunale ha deciso di ricorrere a un sistema tipo-carrello dei supermercati: inserire la moneta, ritirare il carrello, fare il giro della spesa, e tornare alla base riprendendosi la moneta lasciata in pegno. Vale lo stesso, da qualche tempo, fra i sepolcri di Molare e della vicina frazione di Santuario Rocche: metti un euro nel meccanismo che tiene la catenella e il gancio antifurto, lo sblocchi, ti porti via la scopa e l'innaffiatoio, fai quello che devi fare, e infine torni allorigine per riprenderti la moneta.
Guarda caso, dal giorno dellentrata in servizio del sistema nessuno ha più scordato niente.
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