Scoperta opera del Bramantino È una Pietà

Sgarbi: «Tavola rinascimentale di grande importanza»

Il mondo della storia dell’arte ha riscoperto un dipinto che si pensava perso: una tavola del Bramantino, pittore milanese contemporaneo a Leonardo da Vinci. L’opera raffigura un soggetto classico: la Pietà. Grazie agli studi di Pietro Marani, professore di storia dell'arte moderna al politecnico di Milano, è stata confermata la paternità del dipinto e rimessa in discussione la data della sua realizzazione. In onore della scoperta, la tavola è stata ribattezzata «Pietà artaria ritrovata».
Di lei si persero le tracce agli inizi del secolo scorso. L'ultima menzione nel catalogo di un collezionista viennese, poi il silenzio. L'anno scorso è stata riportata alla luce da due galleristi francesi della «Galerie Sarpi» di Parigi, che hanno acquistato l’opera a un'asta newyorkese, insospettiti che si trattasse di un dipinto del Bramantino. Successivamente l'hanno sottoposta all'analisi di Marani.
Solo dopo il restauro, realizzato dal maestro fiorentino Stefano Scarpelli sotto la guida dello stesso Marani, è stato possibile concludere che la paternità del quadro era del Bramantino. Grazie all'intervento di un'equipe del dipartimento di fisica del Politecnico, si è scoperto che i colori del dipinto sono quelli solitamente utilizzati dall'artista. Un'altra analogia con altre opere ha fugato ogni dubbio. «Le dimensioni rispettano un rapporto di proporzione basato sul braccio milanese, un'unità di misura di 63 centimetri - spiega Marani -. Questo è un tratto caratteristico di molte tavole del Bramantino». Il valore della scoperta è stato subito riconosciuto da Vittorio Sgarbi. «Si tratta - ha detto - di uno degli artisti di maggior prestigio del Rinascimento.

Un pittore magistrale per gli studi sullo spazio e sulla figura umana».

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