Un'intera sezione della Biblioteca Reale di Stoccolma - la Kungliga Biblioteket - sarebbe dedicata a materiale porno, e tra i periodici conservati negli archivi vi sarebbero anche centinaia di riviste pedopornografiche. È quanto hanno denunciato alcuni media svedesi, come i quotidiani The Local ed Expressen, sottolineando come le norme che impongono alla prestigiosa biblioteca di conservare copie di quanto pubblicato in Svezia negli ultimi decenni - compresi i tanti magazine pedofili stampati negli anni '60 e '70 del secolo scorso - rendano facilmente accessibili riviste che oggi sono rigorosamente proibite. Lo scandalo che ha investito la Biblioteca Reale affonda le radici nella permissività della Svezia degli anni '60, quando la pornografia infantile venne legalizzata. Risalgono quindi al decennio successivo decine di riviste pedopornografiche (testate come «Bambino», «Lolita» o «Teenangels»), tutte ancora custodite nelle austere stanze della Kungliga Biblioteket. Fu nel 1980 che la pornografia infantile ritornò ad essere un reato, ed oggi il Paese scandinavo è molto severo su aspetti come la pedofilia. Tuttavia, pur essendo illegale detenere e distribuire materiale pedopornografico, è possibile consultare riviste del genere visitando nientemeno che la Biblioteca Reale. È quanto ha fatto un ex commesso di una libreria specializzata, Valentin Bart, raccontando poi ai giornali che accedere al materiale pedopornografico «è stato facilissimo» e che le riviste «erano veramente ripugnanti».
La portavoce della biblioteca, Sara Bengtzon, ha cercato comunque di difendere la prestigiosa istituzione culturale riferendo che possono prendere visione delle «riviste più ambigue» solo «ricercatori, giornalisti e altre persone che dimostrano un'alta credibilità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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