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Scoperti cinque «furbetti» che sfruttavano la casa popolare come alloggio-vacanza

Furbetti del quartierino, in fondo in fondo, lo erano anche, e forse soprattutto, questi qui di Bordighera: cinque persone, per altrettanti nuclei famigliari, già assegnatari di case popolari (in quanto giudicati poco più che bisognosi). E invece, questi qui di Bordighera, alla faccia dell’indigenza, si tenevano le case senza abitarle, al massimo le occupavano per brevi periodi di vacanza - per sé e per gli amici - o addirittura le riempivano di robivecchi. Come fossero magazzini. E soprattutto come se queste case popolari - bramata da altre famiglie, loro sì veramente bisognose - fossero alloggi di esclusiva proprietà privata, e non, come sono invece, di proprietà pubblica.
Ma ora, al termine di oltre un anno di segnalazioni, indagini, appostamenti, accertamenti e pedinamenti, diurni e notturni, a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi giorno della settimana, da parte della Polizia municipale di Bordighera (l’operazione è stata diretta dal comandante Attilio Satta) si trovano a dover rispondere delle loro azioni, per il momento sul piano amministrativo in attesa di verificare se sussistono gli estremi per una denuncia penale.
In ogni caso, è ormai accertato che i cinque personaggi segnalati all’Arte (ex Iacp) di Imperia avevano in assegnazione la casa popolare a Bordighera, ma vivevano chi in Lombardia, chi in Piemonte e chi anche a pochi metri di distanza. Ma tutti erano accomunati dal fatto di non utilizzare quell’alloggio, in vista di un futuro riscatto.

E sì, perché trascorsi vent’anni dall’assegnazione, i cinque avrebbero potuto acquistare l’immobile a prezzi stracciati, assolutamente «popolari». Intanto molta gente attende un alloggio popolare, ma non può beneficiarne, perché sono praticamente - e ufficialmente - tutti occupati.

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