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La nuova frontiera del terrorismo. Guerra tra potenze con le droghe letali. L’"arma" nitazeni: 8mila morti nell’Ue

Lo scopo è uccidere, non creare clienti. Il ruolo di Cina e India

La nuova frontiera del terrorismo. Guerra tra potenze con le droghe letali. L’"arma" nitazeni: 8mila morti nell’Ue

C'è una nuova droga sintetica che fa più paura del fentanyl: è il nitazeni, che in un anno ha ucciso 8mila persone in Europa. In Italia sembra non sia ancora diffusa ma le vittime non mancano. Nel 2024 un operaio in Alto Adige è morto sul colpo, apparentemente per infarto. Si è scoperto dopo che aveva assunto la sostanza. Che senso ha spacciare una droga che non fidelizza i clienti ma li uccide subito? I nuovi spacciatori sono terroristi e l'ipotesi è che droga venga usata come «arma di sterminio» per ridisegnare gli equilibri mondiali

Semplice e brutale, la verità si può sintetizzare in due punti: primo, chi assume droga oggigiorno è senz'altro più interessato a creare mix di sostanze potenti piuttosto che sapere veramente cosa sta prendendo; secondo, il consumo porta verso prodotti sempre più potenti e più contenuti nel costo. Questo non aiuta se, come sta accadendo, gli scenari odierni si fanno sempre più pericolosi dopo che le organizzazioni criminali stanno virando verso la distribuzione di sostanze potentissime che tendono oramai quasi sempre a miscelare con altre droghe o con farmaci contraffatti, come ad esempio le benzodiazepine, l'ossicodone e non solo. Nessuno davvero conosce gli effetti a breve e a lungo termine di mix e di singole sostanze prodotte in laboratori clandestini: di alcune addirittura non sono mai stati studiati gli effetti sull'uomo. Vista la loro progressiva diffusione ci troveremo di fronte a un numero sempre più ampio di persone con patologie fisiche e mentali che ne condizioneranno pesantemente l'esistenza.

IL NUOVO SOS

Ad esempio il nitazeni di cui, come oramai sappiamo, si può morire anche in Italia e che nel 2023 in Europa avrebbe ucciso oltre 8milapersone (dati Agenzia Europea EUDA). "Sviluppato da un laboratorio svizzero negli anni '50, aveva dimostrato di avere effetti simili ad altri oppioidi ma si rivelò troppo potente, pericoloso e non diventò mai un farmaco spiega Riccardo Gatti, psichiatra e coordinatore del Tavolo Tecnico Dipendenze di Regione Lombardia -. Purtroppo la loro produzione non presenta particolari complessità, è relativamente rapida e costa poco: una grande occasione per un mercato clandestino sempre in cerca di nuovi prodotti per una domanda che pare insaziabile".

IL CASO

Come il nitazeni sia arrivato a uccidere anche nel nostro Paese ce lo racconta il maggiore Vincenzo Di Buduo, comandante della compagnia dei carabinieri di Brunico, in Alto Adige: "Il 10 settembre 2024 siamo intervenuti in una azienda dove un operaio italiano di 28 anni, padre di due bambini piccoli, era morto nei bagni durante un turno di lavoro notturno. Durante il sopralluogo abbiamo sequestrato frammenti di carta stagnola. Subito il Laboratorio analisi sostanze stupefacenti di Laives evidenziò delle tracce combuste di un oppioide sintetico non identificato, poi trasmesse a Roma".

In seguito a una serie di indagini molto approfondite sui circuiti relazionali della vittima i militari del Nucleo operativo della compagnia, coordinati dalla Procura di Bolzano, il 13 ottobre arrestano un conoscente e coetaneo del 28enne che, come si scoprirà, oltre a fare uso di stupefacenti, acquistava online oppioidi sintetici su siti web pagandoli in criptovalute per poi spacciarli in zona. A questo giovane lo stupefacente veniva spedito tramite posta ordinaria non tracciata oppure con dei corrieri. Mentre indagano su di lui gli investigatori dell'Arma riescono anche a intercettare alcune di queste spedizioni realizzando così il primo sequestro di nitazeni in Italia, ma soprattutto evitando che la pericolosissima sostanza di cui di cui l'arrestato conosceva benissimo i potenziali effetti letali - potesse essere rivenduta magari creando altre vittime. Nel frattempo dalle analisi del Ris di Roma emerse che nel sangue della vittima, morta per arresto cardiocircolatorio, c'era protonitazepina, ovvero un appartenente della famiglia degli oppioidi sintetici della famiglia del nitazeni. "Poco prima di morire il ragazzo aveva assunto basse quantità di questa sostanza, bruciandola sulla stagnola per inalarla. L'oppioide è ad altissimo rischio di overdose perché altera di parecchio l'attività elettrica cardiaca" conclude l'ufficiale. "Il mondo delle droghe è in fermento e si sta ridisegnando - prosegue Gatti -. Si tratta di un cambiamento legato a filo doppio a bilanciamenti mondiali che si stanno ridefinendo su una società mutevole e costantemente interconnessa. In questa prospettiva gli equilibri geopolitici risultano importantissimi perché rendono davvero arduo quello che è sempre successo, ovvero il processo che conosciamo tutti, con la droga coltivata in agricoltura, poi mandata al trafficante come strumento di corruzione, una sorta di moneta alternativa che solo alla fine prevedeva la figura del consumatore. Questo percorso può risultare consolidato solo se la situazione mondiale è stabile e adesso non lo è".

EFFETTO DAZI

"Trump annuncia che tra i pochissimi dazi che ha intenzione di ridurre ci sono quelli alla Cina - che eppure è stata un precursore del fentanyl - probabilmente perché sta raggiungendo con quel Paese un accordo di maggiore repressione della sostanza e perché la diffusione o meno di determinate droghe interessa chi esercita il potere reale alla pari di altri gravi problemi, come Taiwan, o la situazione ucraina. E a proposito del potere di destabilizzazione dato dalla diffusione di droghe sintetiche, sulle due potenze ne incombe una terza, l'India, la principale produttrice di farmaci al mondo. Per questo viene il dubbio legittimo che a monte della diffusione di certe sostanze ci sia proprio la volontà e l'esigenza di ridisegnare l'equilibrio mondiale". Tornando al nitazeni rimane comunque un grande interrogativo: perché aggiungere a questi mix di sostanze degli oppioidi di così alta potenza da uccidere il cliente? "Per Trump chi diffonde queste sostanze letali non sono i trafficanti, ma veri e propri terroristi, ben consci che espanderli su larga scala ucciderebbe più persone di quante ne morirono durante la guerra in Vietnam - precisa Gatti -. Naturalmente c'è chi sostiene che il presidente Usa lo dica per cambiare gli equilibri di forza, perché se occorresse potrebbe intervenire militarmente o minacciare altri Paesi di farlo".

Insomma, se chi muore di nitazeni non sa di andarsene per questa ragione, perché questi cocktail di sostanze vengono preparati in maniera tanto pericolosa, qual'è la finalità? "Da sempre le droghe - dice Gatti - si diffondono per destabilizzare, per fiaccare l'azione di persone, nazioni, popoli o movimenti. Visto quante persone aderiscono al consumo di oppioidi sintetici, la progressiva diffusione del nitazeni rientra in questa casistica".

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