Ancora parapiglia in zona via Padova, ancora botte e risse tra le diverse comunità che popolano la più «melting pot» tra le realtà milanesi. Questa volta lo scontro ha riguardato tre cingalesi e una dozzina di non meglio identificati nordafricani: i primi sono stati malmenati e rapinati dai secondi che sono poi riusciti a eclissarsi prima dellarrivo della polizia.
Compresa, e compressa, tra via Palmanova e viale Monza, via Padova è lasse portante del più multietnico dei quartieri milanesi: un «melting pot», alla lettera «crogiuolo» di razze, in grado di ospitare oltre 20mila stranieri, pari al 25 per cento dellintera popolazione. Qui sono rappresentante un po tutte le nazionalità e le etnie, spesso con qualche difficoltà per la convivenza. Lesempio più noto tristemente, a febbraio quando due egiziani vennero aggrediti da un gruppo di sudamericani. Spuntarono i coltelli un nordafricano rimase morto a terra. Scatenando la violenta reazione di una cinquantina di connazionali che misero a ferro e fuoco il quartiere, rovesciando macchine e assaltando gli esercizi gestiti da latinos.
In particolare, allinterno del quartiere, la media più alta di stranieri si registra attorno al parco Trotter: 3.900 su 8.800, pari al 44 per cento. Proprio dal grande giardino parte via Pietro Crespi, dove un cingalese di 32 anni gestisce un «phone center» visitato laltra sera da una coppia di balordi nordafricani. I due rapinatori sono entrati verso le 19 e con minacce e spintoni sono riusciti a strappare i 300 euro custoditi nella cassa. Tra gli strilli della vittima che attirano un paio di connazionali che entrano in negozio, si rendono conto di quanto sta accadendo e si lanciano sui banditi. Ne nasce una mischia paurosa al termine della quale gli aggressori sono ridotti a mal partito e immobilizzati. Tocca a loro questa volta urlare come aquile. E ancora una volta le grida attirano altri connazionali. Una decina di nordafricani circa irrompe sulla scena e la rissa si sbilancia a loro favore. Pugni, calci e ora tocca ai cingalesi soccombere, gettati a terra e riempiti di mazzate.
Una volta liberati i connazionali, nordafricani si sono poi dispersi per il quartiere. Qualcuno tra passanti e residenti chiama il 113 per segnalare il trambusto, ma ormai sono già passati troppi minuti.
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