Coltelli sotto il tavolo? Scherzavano. Li hanno già in mano. Se nè accorto perfino Petrucci, ovvero il presidente del Coni che voleva instradare la compagnia sulla via della pace. Ogni giorno arriva un colpo basso. Ieri è toccato a Moratti: infierire sullidea tra ironia e puntualizzazioni. Così naturali che sembravano studiate. La battuta migliore? «Se Agnelli mi chiedesse di restituire lo scudetto del 2006? Va bene che siamo vicino a Natale, ma non credo che pretenda gli faccia quel regalo...». Eppoi il resto: «Il tavolo che aveva proposto Della Valle? Allora l'invito era per un tipo di tavolo in cui io ero l'imputato. Innocente, però ero l'imputato. Assurdo allora e assurdo adesso». Il passato? «Ci sono altri che giudicano o stanno giudicando, non è quello il tavolo per parlarne». Rinunciare alla prescrizione? «In merito ha già risposto anche il procuratore di Napoli dicendo quanto poco importanti fossero quelle intercettazioni». E dunque? Qui vien la battuta più raffinata ed ad effetto notte per le speranze di Petrucci. A cosa può servire il supposto tavolo di pace? «Può solo servire per dire va bene, facciamo finta di dimenticarci di tutto e andiamo avanti. E questo lo posso dire io, soprattutto».
Il buffo viene nella coda. Moratti ha concesso un unico ramoscello per rabbonire il padrone di casa Petrucci che sarà diventato via, via, più rosso per la scocciatura e un pizzico di rabbia (però non dimentichi che lInter in questo periodo ha fatto sempre da spalla alle sue esternazioni). Ecco, allora, Moratti dice: «Questo tavolo è un invito a incontrarsi tra noi presidenti responsabili diretti di squadre di calcio e per conto mio lo scopo deve essere costruttivo. Ci conosciamo tutti, quindi è importante costruire, attraverso l'amicizia e anche con la Lega: servono progetti nuovi che consentano obiettivi più alti che litigare ogni giorno».
Era un ramoscello, ma Petrucci aveva già tutto di traverso ed è andato a stracciarlo. «Non so perché sia stato definito tavolo della pace, ogni giorno cè una nuova puntata di questa telenovela. Tutti mi hanno espresso le loro richieste, ma poi sono contenti solo se polemizzano con me. Tutti sono preoccupati per quello che diranno loro e nessuno si preoccupa per quello che dirò io. Voglio la pace non la guerra.
E allora forza! Fino al 14 dicembre cè ancora tempo per divertirci con lennesima tragicomica del nostro pallone.
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