Scritte e ingiurie ai parà caduti: caccia ai responsabili nei filmati

Minuto dopo minuto, metro dopo metro, la polizia locale sta vagliando ogni immagine registrata dalle telecamere del centro per cercare di identificare l’autore delle ignobili scritte contro i sei militari vittime dell’attentato a Kabul giovedì scorso. Due le scritte rosso sangue «- 6» riferite al numero di soldati uccisi e quindi «in meno» tra le schiere dei nemici dei manifestanti, comparse durante il corteo antirazzista per ricordare Abba, il ragazzo ucciso dai titolare del bar Shining di via Zuretti il 14 settembre 2008, all’altezza del civico 34 di via Senato e in corso Venezia.
Ieri il settore sicurezza della polizia locale ha cominciato a esaminare i filmati registrati dalla telecamera di piazza Cavour, rivolta verso la strada, e posizionata a circa 30 metri dalla scritta apparsa in via Senato «e che dunque potrebbe aver ripreso qualcosa di interessante» come si augura il vicesindaco De Corato. Più difficile, invece, riuscire a riconoscere un dettaglio del volto, un particolare che permetta di risalire all’identità dell’autore del slogan apparso in corso Venezia: l’occhio elettronico, infatti, dista 250 metri. «Chiederemo, pertanto - annuncia De Corato - il supporto tecnico delle telecamere di privati e di altri enti come l’ufficio della Poste che si trova all’angolo con via Salvini.

Chi ha fatto quelle ignobili scritte contro i soldati uccisi a Kabul non è degno di appartenere alla società civile e mi auguro che si riesca a dargli un volto. Colpisce - continua De Corato - che mentre a Brescia e a Roma, durante il Ramadan, le comunità islamiche abbiano manifestato il cordoglio per i soldati uccisi in Afghanistan, a Milano si tace».

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