Un servizio dordine (quello della Cgil) imponente e uno schieramento di forze dellordine in divisa e in borghese da grandi occasioni. Per una folla di partecipanti molto consistente, tra le 15 e le 20mila persone. Poco propense a creare tensioni.
Erano proprio in tanti ieri al corteo partito con una puntualità sorprendente da piazzale Oberdan alle 14.30. Cgil, Partito Comunista e Sel erano attorniati dai No Tav (che vendevano birra a 2 euro), dagli anarchici, dai centri sociali (quelli del Leonka a coordinare «le operazioni» con un megafono a bordo di un furgone e i ragazzini del Cantiere a fumarsi le canne tra la gente). E poi Emergency, i Carc con il loro banchetto, le varie associazioni della memoria, ma anche quelle intitolate a Fausto e Iaio e a Peppino Impastato, comitati cittadini periferici
Tutti in movimento, tutti diretti verso piazza Duomo. Chiassosi, urlanti, fermi a cantare canzoni partigiane in piazza San Carlo, tra la folla dello shopping di corso Vittorio Emanuele, hanno appeso un grosso striscione bianco in corso Venezia con la scritta nera «Milano antifascista». «Partigiano infame» e «XXV aprile festa dinfami» sono invece le scritte notate dalla polizia fuori dal percorso del corteo, rispettivamente sui muri del liceo Manzoni in via Orazio e in via Goito, davanti al liceo Parini, sotto una lapide che commemora un partigiano. Qualche svastica, poi, è stata designata sui muri della Statale, in via Festa del Perdono.
Durante il discorso di Carlo Smuraglia, presidente dellAssociazione nazionale partigiani italiani (Anpi) in piazza Duomo i No Tav, hanno acceso dei e fumogeni e innalzato un lungo striscione con la scritta «Essere partigiani è stare dalla parte di chi lotta». Tutto per dar ragione al Cantiere che sostiene che lAnpi non appoggia la lotta No Tav. Che, alla fine della manifestazione, si sono staccati per fare un blitz in piazza Aquileia, davanti al carcere di San Vittore.
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