Il fatto stesso che la più intelligente rubrica di critica televisiva sia tenuta da uno dei nostri scrittori più bravi, il quale spesso e volentieri si occupa di trasmissioni come Il Grande fratello o L’Isola dei famosi, è solo uno dei tanti indizi a sostegno della tesi che i confini tra la narrativa della realtà e i reality show siano caduti (e che la rubrica di Walter Siti sulla Stampa si chiami «La finestra sul niente» dice molto del valore dell’una e degli altri). La letteratura è già un reality.
Primo indizio. Aldo Busi, notoriamente «il più grande scrittore italiano vivente», è stato l’elemento narrativo più interessante dell’attuale edizione dell’Isola, un maestro assoluto nel contaminare cultura alta e pop television, e perfino con risultati eccellenti sia sul fronte dell’audience che dei (suoi) libri venduti. Secondo indizio. Lo Strega e il Campiello, i due premi letterari più ambiti e più glamour del nostro salotto culturale, sono da tempo costruiti narrativamente e televisivamente come uno show molto «reale»: i cinque finalisti nominati, i litigi e le polemiche dietro le quinte, la prima serata tv, il famoso presentatore-conduttore, il (tele)voto in diretta, la busta, il pianto finale e i commenti dei critici/opinionisti. E che Bruno Vespa sia più professionale ed elegante della Marcuzzi, è giusto un dettaglio. Terzo indizio. A dispetto del battage critico-editoriale sul New Italian Epic, gli scrittori oggi di maggior successo (anche televisivo) sono quelli che hanno scelto il genere non-fiction novel, il «romanzo di realtà», come Gomorra. La gente insomma preferisce storie e idee non frutto di invenzione, ma prese dalla realtà. Un po’ come le fiction televisive di maggior successo che portano in scena i grandi eventi e i personaggi storici. Quarto indizio. Oggi, come riconosce anche un mega-editore come Stefano Mauri, «l’importante è esordire»: ormai tutti preferiscono puntare sui giovani e sugli esordienti, meno costosi e meno rischiosi del «grande autore». Se il «ragazzo» ha talento, può anche portare a casa il best-seller; se non ce l’ha, l’anno dopo se ne prova un altro. Tutto a costo zero, o con anticipi minimi. Le sfornate a ciclo continuo di scrittori debuttanti il cui libro è il successo-tormentone di una stagione ma che raramente si ripete (c’è stata l’edizione con Piperno e Saviano, poi quella appena finita con Giordano e Carrisi, adesso è in corso quella con D’Avenia e Avallone) ricordano tanto le schiere di gieffini, di amici di Maria De Filippi o di concorrenti di XFactor che, una volta dimostrato il proprio talento o la propria fortuna, poi sopravvivono a fatica - insidiati dai nuovi arrivati - chi nelle trasmissioni del pomeriggio o sui settimanali di gossip, chi nella pagine culturali dei quotidiani o nei festival letterari. «Mi fa un autografo?».
In questo senso, la notizia che tra poco partirà la Fattoria degli scrittori, ossia il primo reality-tirocinio sulla letteratura, non fa che trasformare i numerosi indizi elencati in una prova definitiva. Il «Big Brother» di George Orwell, prestato temporaneamente e con successo alla televisione, torna nell’ambito originario, la letteratura. Ritorna a casa. Nella Casa. Si accendano le luci.
La notizia, di ieri, è che dieci aspiranti scrittori staranno insieme, 24 ore su 24, per un’intera settimana, dal 4 al 10 giugno in una tenuta di Pollica, nel Cilento, per scrivere e imparare come nasce un racconto. La Fattoria degli scrittori - secondo il progetto lanciato da 80144 edizioni e Oblique Studio con la collaborazione di Minimum fax - è il primo esempio di esperienza formativa dedicata alla scrittura: un incrocio tra un tirocinio e un reality, dove l’obiettivo è coltivare il proprio talento creativo con il supporto e i suggerimenti degli «addetti ai lavori», ossia i tutor (ad Amici si chiamano vocal coach). Cioè: Marco Cassini, noto talent scout letterario e cofondatore di Minimum fax; Leonardo Luccone, che dirige Oblique Studio e cura le collane Greenwich e Gog per Nutrimenti, e Paolo Baron, l’ideatore di «Toilet», la collana di racconti da leggere in bagno e fondatore nel 2006 della 80144 edizioni. L’obiettivo è quello di scrivere un racconto e di vivere il processo editoriale di analisi preliminare, stesura ed editing. Le giornate saranno regolate da un rigoroso ritmo di lavoro che prevede seminari, laboratori di scrittura, letture e confronti individuali e di gruppo (il corrispettivo cartaceo del confessionale). Nota a margine: la settimana degli scrittori sarà documentata da una serie di video postati su www.fattoriadegliscrittori.it, su Youtube e - come anticipano gli ideatori - «c’è anche l’interesse di un canale del digitale terrestre». Se il format avrà successo, cosa della quale non abbiamo dubbi, dalla web-tv si passerà a un grande canale in chiaro. Conduce Aldo Busi?
Comunque, il casting della Fattoria degli scrittori è aperto, le file fuori dall’ufficio di Cassini e Luccone dicono siano già lunghe, seppure non ancora equiparabili a quelle davanti alle discoteche dove si selezionano i concorrenti del Grande fratello, e chi vincerà - ossia l’autore del racconto migliore - pubblicherà un libro. Che, non c’è dubbio, otterrà recensioni e passaggi televisivi, concorrerà al Campiello o allo Strega, entrerà nella classifica dei libri più venduti e finirà sui banconi degli autogrill, accanto a Camilleri.
Il quale, come un attore famoso di fronte a un gieffino appena uscito dalla Casa, si chiederà, schifato: «Ma questo da dove arriva?». Con la vergogna di finire in nomination con uno sconosciuto. Come nei migliori dei reality show.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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